San Leone IX 19 aprile

Bruno dei conti di Egisheim nasce nel 1002 in Alsazia (all’epoca appartenente all’impero tedesco) da famiglia imparentata con la Casa imperiale.

 

 

La “Vita Leonis IX” narra che da adolescente fu vittima di una malattia mortale:“da otto giorni non poteva nemmeno più parlare, quando un giorno, mentre giaceva supino, aperti gli occhi, da sveglio vide come una luminosa scala ergersi da sola dal suo stesso giaciglio, e, attraversata una finestra che stava dal lato dei suoi piedi, estendersi fino al cielo; e su di essa un vecchio di grande nobiltà e venerabile canizie che scendeva in abito da monaco, portando nella sua destra una grande croce su una lunga asta. Quando giunse presso il malato, mentre con la mano sinistra teneva la scala, con la destra prima gli poggiò quella stessa croce sulla bocca, poi con essa segnò le parti tumefatte e tirò fuori da dietro l’orecchio il pus pieno di tutto il veleno [...]. Tuttora, conversando sul filo dei ricordi, è solito ripetere agli intimi di riconoscere di aver ricevuto un evidente miracolo di Dio, e altrettanto confessa di aver riconosciuto subito più chiaramente della luce, nell’estasi descritta, il beatissimo padre dei monaci Benedetto dalle caratteristiche del volto e dell’abito.”Pur non diventando mai monaco, manifesterà sempre devozione per la vita casta, povera e laboriosa dei monaci di San Benedetto. Sia da vescovo che poi da papa si prodigherà per la fondazione di monasteri benedettini. A diciotto anni diventa chierico, a ventidue diacono e nel 1026, in seguito alla morte del vescovo di Toul di cui è stato stretto collaboratore, a soli venticinque anni viene elevato all’episcopato. Guiderà la diocesi di Toul per un quarto di secolo. Quando nel 1046 Enrico III, re di Germania, scende a Roma per l’incoronazione imperiale si trova di fonte lo scandaloso spettacolo di ben tre pontefici che si contendevano la Sede di Pietro, a causa degli intrighi politici della nobiltà romana. Enrico III, convoca a Sutri un sinodo di vescovi e, deposti i tre papi, fa eleggere Clemente II: un vescovo tedesco di sua fiducia. Poi il bavarese Damaso II, morto il quale, Enrico III nell’assemblea di Worms del dicembre del 1048, non accettando il candidato proposto dai delegati della Curia romana, fa eleggere papa il proprio cugino vescovo di Toul che, però, dichiara che accetterà l’elezione soltanto se ratificata dal clero e dal popolo romano. Si rende infatti conto che, seppur a fin di bene, quella dell’imperatore è un’indebita interferenza che pone in grave pericolo la libertà e l’indipendenza della Santa Sede. Celebrato il Natale a Toul, quale atto di saluto ai fedeli della propria diocesi, si mette quindi in viaggio verso Roma in abito di umile pellegrino, accompagnato dal monaco Ildebrando di Soana (futuro San Gregorio VII), e visita lungo il cammino importanti ecclesiastici con cui discute intorno alla necessità di riforme urgenti da attuare nella Chiesa. Il 12 febbraio 1049 a Porta Latina viene accolto calorosamente dal clero e dal popolo che festante lo accompagna processionalmente inVaticano dove viene solennemente insediato con il nome di Leone IX. Nel sinodo celebrato a Pasqua il nuovo papa emana decreti disciplinari contro le più grandi piaghe che affliggevano la Chiesa: la simonia e il concubinato del clero. Si rese conto che per portare avanti incisivamente l’opera di riforma morale della Chiesa aveva bisogno di validi collaboratori che, formatisi nell’ascetica monastica, da ogni parte d’Europa chiama a lavorare nella Curia Romana: oltre al già ricordato Ildebrando, tra i tanti ricordiamo San Pier Damiani. Per dare alla sue decisioni riformatrici una incisività maggiore, il Papa adotta da subito la tattica geniale di fare frequenti viaggi: si reca nel nord Italia poi in Germania e in Francia presiedendo sinodi di vescovi in cui vengono rinnovate le condanne contro la simonia e il matrimonio dei chierici. Torna a Roma per presiedere il sinodo pasquale dell’aprile del 1050 in cui condanna quale eresia la dottrina di Berengario di Tours che dava una interpretazione simbolica della presenza del corpo e del sangue di Cristo nell’Eucaristia. Nello stesso anno visita il meridione e presiede un sinodo a Sitiponto (nel Gargano); celebra sinodi a Firenze e Vercelli e si reca nuovamente in Germania. Nel terzo Sinodo pasquale del 1051 a Roma si svolge un capitale dibattito teologico sulla validità dei sacramenti celebrati dal clero indegno. In estate è presente nei principati longobardi di Salerno e Benevento minacciati dall’espansionismo dei Normanni capeggiati da Roberto il Guiscardo. Nell’estate 1052 si reca nuovamente a Salerno e Benevento, poi è in Germania e raggiunge Enrico III a Bratislava (Slovacchia) per tentare di fare da pacificatore tra l’imperatore e Andrea re d’Ungheria. Nel 1053 fonda il Capitolo Vaticano, affidandolo ai monaci benedettini, per un più solenne esercizio del culto divino nella Basilica di S. Pietro. Nel suo quarto Sinodo di Pasqua promuove il ristabilimento di buoni rapporti con l’Imperatore bizantino e la Chiesa d’Oriente nonostante il comportamento insultante e provocatorio del Patriarca di Costantinopoli Michele Cerulario. Per soccorrere Benevento dall’aggressione dei Normanni si mosse per difenderla militarmente, mettendosi personalmente a capo di un esercito, ma è sconfitto a Civitate (sul Gargano). Fatto prigioniero viene riaccompagnato a Benevento dove, seppur trattato con il rispetto dovuto, fu costretto a soggiornare nove mesi finché, stanco e malato, si piegò alla volontà dei suoi carcerieri emanando una documento pontificio in cui dava al Guiscardo la legittimazione delle conquiste, anche future. Così il 12 marzo 1054 è libero di lasciare Benevento. Giunge in Laterano il 3 aprile domenica di Pasqua, muore il 19 aprile seguente e viene sepolto nel portico della Basilica Vaticana dove il popolo romano immediatamente accorre a venerarlo come santo. Nel 1087, impressionato dalle molte guarigioni che avvenivano sulla sua tomba, papa Vittore III lo canonizzò trasferendo la tomba all’interno della basilica. Le reliquie di S. Leone IX dal 1606 riposano nel transetto sinistro della nuova basilica vaticana, sotto l’altare dedicato alla crocifissione di S. Pietro.

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