Beata Maria Giuseppina di Gesù Crocifisso

Carmelitana scalza 1894-1948

La Beata Maria Giuseppina di Gesù Crocifisso, Carmelitana scalza, (Giuseppina Catanea), nasce a Napoli il 18.2.1894 da una famiglia della borghesia napoletana.

 

 

Bimba ancora, si fa notare per la più diligente osser- vanza della legge di Dio, per l’amore profondo per la preghiera, che la trattiene lunghe ore in silenziosa ado- razione davanti a Gesù Eucaristia, per la grande carità verso i poveri e i bisognosi di affetto e di aiuto. Nel pieno della giovinezza, delicata e vivace, dopo aver superato l’ostacolo dell’affetto materno, si dona a Dio abbracciando la vita contemplativa nel Monastero carmelitano dei SS. Teresa e Giuseppe in Napoli. Una serie di mali la tengono a letto per cinque anni (1918-1923) e la por- tano sull’orlo della tomba, ma la potenza di Dio interviene e Giuseppina il 2 giugno 1923 è miracolosamente guarita al contatto della reliquia del Braccio di San Francesco Saverio. Con il prodigio inizia un nuovo periodo di vita per la Beata, arricchita dallo Spirito Santo di particolari carismi: dono della scrutazione dei cuori, dono del Consiglio, dono della profezia, che per obbedienza ai Superiori mette al servizio del popolo di Dio. Così, per venticinque anni, suor M. Giuseppina diviene guida, luce, con- forto per una folla di popolo di ogni classe sociale: vescovi, sacerdoti, religiosi, professionisti e umile gente accorrono al Carmelo dei Ponti Rossi per ricevere la parola che sprona e dà pace: la parola che sentono di Dio. Tuttavia rimane la religiosa umile, semplice: la donna profondamente umana, sensibile, deli- cata, che si china sui problemi degli altri con amore unico, perché è immersa totalmente in Dio. Suor M. Giuseppina rivela una profonda indiscussa virtù, che appare in continue e anche difficili occasioni: una contemplazione singolare dei misteri di Dio, specialmente del mistero eucaristico: una vita di intima unione con la SS. ma Vergine, un amore particolare per la sofferenza che domina nella sua vita e che la unisce intimamente alla Passione di Cristo, per cui non è più lei a vivere, ma Gesù in lei. Penetrata da tale realtà, scrive:

“… i patimenti di un Dio fatto uomo mi incoraggiano a soffrire in pace e il mio patire diventa dolcezza, e in tale dolcezza la mia anima si solleva in alto e desidera sempre più patire”.

“Amo la croce perché è il letto di dolore di Cristo”.

“Ma come giovare alle anime da me tanto amate? O dolcissimo Gesù, io volgo lo sguardo a te crocifisso e mi avvedo che non vi è altra via per benefi- care che quella del patire…”.

Caratteristiche della spiritualità della Beata

La ricerca costante della volontà e della gloria di Dio:

“Vivo in lui e nessuna cosa voglio che egli non voglia anche la cosa più San- ta, egli non la vuole, io non la voglio. Voglio che la mia volontà sia un solo ‘im- pasto con la volontà di Dio”.“Solo la gloria Dio!”: è una sua frase quotidiana.

Un profondo amore per Dio:

“Voglio amare Dio con gli ardori stessi del suo divino Spirito, con l’ardente unzione del suo amore, amarlo fino a non vivere che per lui solo e non fare più che una cosa stessa con lui. Una la volontà uno il desiderio, uno lo spirito”. “Passare sulla terra come voce di amore”.

Un vero e fattivo amore per i fratelli:

“II mio cuore pare che si dilati, si allarghi; entrano in esso le anime tutte, e tutto voglio salvare. Gesù si fa sentire al mio cuore e gotta in esso il seme del carità. Avverto il calore materno che definisco carità, perché é Dio stesso che me la dà ed è dolcissima”.

Nel suo monastero suor M. Giuseppina si dona in molteplici modi e nella pratica di tutte le virtù, specialmente nella continua carità fraterna e spro- nando e dirigendo le consorelle sulle vie di Dio, particolarmente dopo la sua elezione a priora (1945). Malata di sclerosi a placche, muore per cancrena il 14 marzo 1948 e il suo corpo rimane, esposto incorrotto per quattordici giorni: ne fanno fede la testi- monianza di quaranta clinici napoletani e la gran folla che accorre a vedere le sembianze della propria madre spirituale per l’ultima volta. Il 3 gennaio 1987 il S. Padre Giovanni Paolo II proclama l’eroicità delle virtù di Suor M. Giuseppina di Gesù Crocifisso. La fama di santità della Venerabile, già estesa durante la sua vita, si accresce sempre pin dal suo ritorno al Padre e la sua tomba diviene meta di molti fedeli; ella fa sentire a quanti la invocano l’efficacia della sua intercessione presso il Signore, continuando la missione affidatale da Gesù:“essere anello di congiunzione tra Dio e l’umanità sofferente”.

È beatificata il 1 giugno 2008 nel Duomo di Napoli.

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