Partecipare

Da qualche tempo questa parola mi ronza in testa e da qualche giorno mi abita il cuore.

 


Il tempo è propizio, è tempo di partecipare! Secondo il sito Treccani.it si tratta in primo luogo di prendere parte attiva, collaborare, far parte. È caratteristica di chi è generoso – e di generosità parliamo in questo numero della Rivista – lasciarsi coinvolgere in modo
attivo nelle vicende che lo circondano, lasciarsi compromettere personalmente. Così la generosità non è solo aprire il portafoglio ma soprattutto aprire il cuore, mettersi in ascolto, fare proprie le situazioni degli altri, del mondo. Continuando la nostra carrellata sui significati del partecipare troviamo anche “aver parte, godere insieme con altri”, e acquistiamo subito il sentimento della gioia, il gusto del condividere, la letizia di un dono che ci accomuna e ci rende vicini. Come in una grande festa tutti siamo resi partecipi della gioia, delle bontà, del clima sereno e giocoso. “Con valore più astratto partecipare è prendere parte a sentimenti altrui, sentirli in parte come propri, condividerli”: quasi una familiarità che si può acquisire con l’intensità della partecipazione, un sigillo di amore che dura per sempre e rende eterno il momento nel quale è stato possibile condividere lacrime, gioie, preoccupazioni, attese…. C’è un volto tentatore della partecipazione che è dato dall’interesse, dalla curiosità, dall’invidia, quando diventa opprimente e porta angoscia, quando nega la speranza e illumina ciò che è negativo, allora può significare impicciarsi, godere dei problemi altrui, ricavare beneficio apparente dalle situazioni difficili. È chiamata in causa l’onestà – l’altro valore sul quale ci soffermiamo in queste pagine – per avere rettitudine di coscienza, intenzioni pure, volontà libera. Una onestà a 360 gradi che investa ogni rapporto e ogni ambito di vita, per rendere ciascuna relazione buona e tutti gli ambienti positivi. Partecipare è anche la parola che l’apostolo Paolo usa per dirci che siamo “chiamati a partecipare alla sorte dei santi nella luce” (Col 1,12).

Un verbo quindi tutto cristiano e pasquale! Il tempo di Quaresima ci introduce al mistero della vita in Cristo ed è tutto una graduale partecipazione, fino al dono battesimale che ci rende figli, partecipi della vita di Dio, risorti perché partecipi di Cristo, santi. Forse per questo risuona forte questa parola e ci auguriamo risuoni nella vita dei nostri Lettori, delle nostre famiglie, per poter davvero partecipare alla gioia pasquale. Alleluia, Cristo è veramente risorto, alleluia!

Teresa Carboni

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