Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.
(At 2, 42-47)
Siamo fatti per l’amore e c’è in ognuno di noi «una specie di legge di “estasi”: uscire da se stessi per trovare negli altri un accrescimento di essere». Perciò «in ogni caso l’uomo deve pure decidersi una volta ad uscire d’un balzo da se stesso». La nostra relazione, se è sana e autentica, ci apre agli altri che ci fanno crescere e ci arricchiscono.
La statura spirituale di un’esistenza umana è definita dall’amore, che in ultima analisi è «il criterio per la decisione definitiva sul valore o il disvalore di una vita umana».
L’attenzione affettiva che si presta all’altro provoca un orientamento a ricercare gratuitamente il suo bene. L’amore, infine, ci fa tendere verso la comunione universale. Nessuno matura né raggiunge la propria pienezza isolandosi. Per sua stessa dinamica, l’amore esige una progressiva apertura, maggiore capacità di accogliere gli altri, in un’avventura mai finita che fa convergere tutte le periferie verso un pieno senso di reciproca appartenenza. Gesù ci ha detto: «Voi siete tutti fratelli» (Mt 23,8).
La statura spirituale di un’esistenza umana è definita dall’amore, che in ultima analisi è «il criterio per la decisione definitiva sul valore o il disvalore di una vita umana».
L’attenzione affettiva che si presta all’altro provoca un orientamento a ricercare gratuitamente il suo bene. L’amore, infine, ci fa tendere verso la comunione universale. Nessuno matura né raggiunge la propria pienezza isolandosi. Per sua stessa dinamica, l’amore esige una progressiva apertura, maggiore capacità di accogliere gli altri, in un’avventura mai finita che fa convergere tutte le periferie verso un pieno senso di reciproca appartenenza. Gesù ci ha detto: «Voi siete tutti fratelli» (Mt 23,8).
(Papa Francesco, Lettera enciclica “Fratelli tutti” (88, 89, 92, 93, 95))
Siamo fratelli non solo perché da Lui, Padre, siamo venuti, ma anche perché al suo amore noi tutti dobbiamo tornare. Ed è proprio tale comune ritorno a Lui che fonda di fatto rapporti più ampi.(…). Dobbiamo trattarci, aiutarci, amarci quali fratelli che insieme si sforzano di arrivare all’amore del Padre. (…) (Gesù) Verbo incarnato volle essere partecipe della convivenza umana. (…) Santificò le relazioni umane, innanzitutto quelle familiari, dalle quali trae origine la vita sociale volontariamente, sottomettendosi alle leggi della sua patria. Volle condurre la vita di un lavoratore del suo tempo e della sua regione.
Nella sua predicazione espressamente comandò ai figli di Dio che si trattassero vicendevolmente da fratelli. Nella sua preghiera chiese che tutti i suoi discepoli fossero una “cosa sola”. Anzi Egli stesso si offrì per tutti fino alla morte, Redentore di tutti.
Nella sua predicazione espressamente comandò ai figli di Dio che si trattassero vicendevolmente da fratelli. Nella sua preghiera chiese che tutti i suoi discepoli fossero una “cosa sola”. Anzi Egli stesso si offrì per tutti fino alla morte, Redentore di tutti.
(Da La Rivolta dei Samaritani p. 141.143)
Ti ringrazio, Signore, perché mi permetti di entrare in questo itinerario di preghiera e di comunione con tutti i fratelli. Guidaci tu, Padre, in questo cammino; metti sulla nostra bocca parole vere; metti nel nostro cuore i sentimenti veri; metti nelle nostre mani, nei nostri corpi i gesti veri. Non permettere che qualcosa in noi sia artefatto o forzato; fa’ crescere in noi la spontaneità e la verità del servizio. Sostieni la nostra debolezza, conforta la nostra fragilità; riunisci i nostri pensieri, i nostri sentimenti, dispersi; raccogli le nostre energie che vagano attratte da mille paure, da mille desideri, da mille timori: raccoglile nell’unità, nel centro dell’unità, che è tuo Figlio Gesù Cristo. Amen.
Carlo Maria Martini
• In questo mese chiediamo a S. Giuseppe di insegnarci a vivere quel coraggio creativo che ha caratterizzato la sua vita e sa trasformare un problema in un’opportunità anteponendo sempre la fiducia nella Provvidenza (cf Patris Corde).
• In questa Quaresima preghiamo per la riconciliazione dei cuori, per la concordia tra coniugi, per la comunione nelle famiglie, per la pace tra i popoli. Preghiamo perché l’Amore di Dio sia accolto.
• Preghiamo affinché viviamo il sacramento della Riconciliazione con una rinnovata profondità, per gustare l’infinita misericordia di Dio (cf AdP).
• In questa Quaresima preghiamo per la riconciliazione dei cuori, per la concordia tra coniugi, per la comunione nelle famiglie, per la pace tra i popoli. Preghiamo perché l’Amore di Dio sia accolto.
• Preghiamo affinché viviamo il sacramento della Riconciliazione con una rinnovata profondità, per gustare l’infinita misericordia di Dio (cf AdP).
Sussidio a cura di Tiziana Davico
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