Animazione Liturgia Domenica 13 Settembre 2020

XXIV Domenica del Tempo Ordinario (A) - IV Settimana del Salterio

Idea Luce
Il Signore non ci tratta secondo i nostri peccati.

Introduzione
In Genesi 4, 23-24, Lamech si vanta con le mogli: “ho ucciso un uomo per una scalfittura e un ragazzo per un mio livido. Sette volte sarà vendicato Caino, ma Lamech settantasette”. Ma Gesù ribalta completamente questa logica di ritorsione. Noi lo sappiamo, ma troppo spesso non rinunciamo alla nostra libbra di carne. Eppure dovremmo riflettere sul fatto che il Signore per primo non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe. Lasciamoci riconciliare dalla Parola.

Liturgia della Parola
LETTURE: Sir 27, 30. 28,7;
Sal 102;
Rm 14, 7-9;
Mt 18, 21-35
“Perdona i nostri debiti come noi perdoniamo ai nostri debitori”; lo recitiamo tutti i giorni e spesso non ci rendiamo conto di chiedere a Dio la nostra condanna! Dobbiamo essere sinceri: esigiamo che gli altri ci perdonino, ma troviamo sempre qualche giustificazione alla nostra, magari modesta ma tenace volontà di vendetta. Lasciamo che la Parola trasformi i nostri cuori e l’esperienza della misericordia ci renda capaci di perdono. Ascoltiamo.

Traccia di riflessione
Per comprendere pienamente la Lettura del Vangelo dobbiamo capire il significato dei termini adoperati da Gesù. Il talento nell’antichità era una unità di misura equivalente a 30 chili di argento; il denaro invece era una moneta d’argento di quattro grammi! Essa era data come salario giornaliero ad un operaio! Gesù mette a confronto due debiti: uno di diecimila talenti e una altro di cento denari! Il primo aveva contratto un debito di 300.000 chilogrammi d’argento, l’altro 400 grammi! Neanche mezzo chilo! Adesso comprendiamo quanto Dio deve perdonarci: diecimila talenti! Annualmente la Giudea pagava a Roma come tasse 600 talenti! Il debitore del Vangelo aveva un debito di diecimila talenti! 300 tonnellate d’argento! Come ha fatto un individuo ad accumulare un debito del genere è un mistero che possiamo anche ignorare: l’insegnamento di Gesù mira a porre in evidenza la sproporzione tra i nostri crediti e i nostri debiti: 400 grammi contro 300 tonnellate di argento! La prima Lettura, tratta dal Libro del Siracide, anticipa l’insegnamento di Gesù: già la filosofia greca riteneva che serbare rancore equivaleva a riconoscere la superiorità di colui che ci aveva offesi. Ma nel Vangelo l’invito al perdono riceve un fondamento ancora più solido: solo Dio può valutare l’offesa che ci è stata arrecata; perciò solo Lui può punire in modo adeguato colui che ci ha procurato un danno. Noi rischiamo di superare i limiti della giustizia. Con il perdono Gesù ci insegna a interrompere la catena di ritorsioni che caratterizza molte realtà sociali. Oggi come ieri.

Preghiera dei fedeli
• Per la Chiesa, perché sappia con la parola e l’esempio essere segno vivente della logica del perdono tra gli uomini e tra i popoli, preghiamo
• Per il Papa, i Vescovi, i sacerdoti e i diaconi: siano i primi, in un mondo di “maschi alfa” e di spietata volontà di dominio che si traveste in logica economica, a dimostrare che esiste un’altra via, quella della fraternità universale capace di rivoluzionare il cuore dell’uomo, preghiamo
• Per i fedeli laici, perché si impegnino nel campo politico ed economico ad edificare una società che sappia avere l’uomo come fine e non come mezzo, preghiamo.

Dialogo eucaristico
Signore Gesù, Pane vivo, nutrirci di te, salva dalla fossa la nostra vita. Chi potrà sottrarci il tuo perdono? Rendici degni di esso attraverso la tua Grazia, aiutaci ad esercitare nei fratelli il tuo, il nostro perdono, come una vera conversione alla tua Parola. Signore, facci santi come tu sei Santo. E così sia.

Idea guida
Viviamo personalmente e realizziamo sino in fondo senza compromessi, paure o tentennamenti, la verità del perdono.

Animazione liturgica preparata da
don Giovanni Deiana, biblista, e da
Alberto Hermanin


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