Adorazione “Il Maestro è qui e ti chiama”

Possa essere anche questo mese un tempo di preghiera e di dialogo con Cristo




Guida “Il Maestro è qui e ti chiama”. Sono le parole che Marta rivolge a sua sorella Maria, in lacrime per la morte del fratello Lazzaro. Il Maestro si fa vicino a noi in ogni momento della vita, soprattutto quando il dolore bussa alla nostra porta abbiamo bisogno di una sorella, di un fratello che ci ricorda che il Maestro è qui, è accanto a noi. In questa adorazione ci facciamo accompagnare da quanti nel Vangelo hanno fatto esperienza della presenza consolante e guaritrice di Gesù per imparare da lui lo stile della fraternità.

Sac. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Ass. Amen.

Invocazione allo Spirito Santo
Rit. cantato: Tu sei sorgente viva, Tu sei fuoco sei carità, vieni Spirito Santo, vieni Spirito Santo.
Spirito santo, splendore di bellezza, luce che scaturisci dal seno della Luce, vieni! Rit.
Spirito santo, candore d’innocenza, infanzia divina che rinnovi il mondo, vieni! Rit.
Spirito santo, forza creatrice d’infinito Amore, dolce ospite dei cuori, vieni! Rit.
Spirito santo, divino consolatore, balsamo che risana ogni ferita, vieni! Rit.
Spirito santo, cresima celeste che divinizza l’umana creatura, vieni! Rit.
Spirito santo, divino orante che dal cuore dei figli sempre grida: “Padre”, vieni! Rit.
Spirito santo, canto d’allegrezza nel cuore della Chiesa, sposa sempre ringiovanita dalla grazia, vieni! Rit.

Sac. Preghiamo. Padre santo e misericordioso, che richiami sempre i tuoi figli con la forza e la dolcezza dell’amore, spezza le durezze del nostro orgoglio e crea in noi un cuore nuovo, capace di ascoltare la tua parola e di accogliere il dono della vita nel tuo Figlio, che vive e regna nei secoli dei secoli.
Ass. Amen.

Canto – Esposizione del SS. Sacramento – Silenzio di adorazione

Guida: Gesù, vero Dio, figlio del Padre,
Rit. Noi ti adoriamo
Gesù, vero uomo, nato da Maria,
Gesù, redentore del mondo,
Gesù, messia e salvatore,
Cristo, parola vivente del Padre,
Cristo, rivelatore del Padre,
Cristo, annunciatore della Buona Novella,
Cristo, profeta del Regno,
Gesù, mite ed umile,
Gesù, santo verace,
Gesù, testimone fedele,
Gesù, agnello e pastore,
Signore della gloria, crocifisso,
Signore, risorto da morte,
Signore, asceso alla destra del Padre,
Signore, datore dello Spirito

Silenzio di adorazione

Guida Lazzaro, Marta e Maria sperimentano l’amicizia di Gesù come presenza che ridona vita e apre il cuore alla speranza: è il suo amore che dona la vita eterna a quanti credono in Lui, si fidano della sua promessa.

1 Lett. Dal Vangelo di Giovanni (11, 17-38)
Quando Gesù arrivò a Betania, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà”. Gesù le disse: “Tuo fratello risorgerà”. Gli rispose Marta: “So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno”. Gesù le disse: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno.
Credi questo?”. Gli rispose: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo”.
Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: “Il Maestro è qui e ti chiama”. Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!”. Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: “Dove lo avete posto?”. Gli dissero: “Signore, vieni a vedere!”. Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: “Guarda come lo amava!”. Ma alcuni di loro dissero: “Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?”.
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: “Togliete la pietra!”
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2 Lett. Di Lazzaro sappiamo poche cose, ma sono quelle che contano: la sua casa è ospitale, è fratello amato di Marta e Maria, amico speciale di Gesù. Il suo nome è: ospite, amico e fratello, insieme a quello coniato dalle sorelle: colui-che-Tu-ami, il nome di ognuno.
A causa di Lazzaro sono giunte a noi due tra le parole più importanti del Vangelo: io sono la risurrezione e la vita. Non già: io sarò, in un lontano ultimo giorno, in un’altra vita, ma qui, adesso, io sono.
Notiamo la disposizione delle parole: prima viene la risurrezione e poi la vita. Secondo logica dovrebbe essere il contrario. Invece no: io sono risurrezione delle vite spente, sono il risvegliarsi dell’umano, il rialzarsi della vita che si è arresa.
Vivere è l’infinita pazienza di risorgere, di uscire fuori dalle nostre grotte buie, lasciare che siano sciolte le chiusure e le serrature che ci bloccano, tolte le bende dagli occhi e da vecchie ferite, e partire di nuovo nel sole: scioglietelo e lasciatelo andare. Verso cose che meritano di non morire, verso la Galilea del primo incontro.
Io invidio Lazzaro, e non perché ritorna in vita, ma perché è circondato di gente che gli vuol bene fino alle lacrime. Perché la sua risurrezione? Per le lacrime di Gesù, per il suo amore fino al pianto.
Anch’io risorgerò perché il mio nome è lo stesso: amato per sempre; perché il Signore non accetta di essere derubato dei suoi amati. Non la vita vince la morte, ma l’amore. Se Dio è amore, dire Dio e dire risurrezione sono la stessa cosa.
(Ermes Ronchi)

Preghiamo alternandoci con il solista

Signore, quando ho fame, dammi qualcuno che ha bisogno di cibo;
quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare;
quando la mia croce diventa pesante, fammi condividere la croce di un altro;
quando non ho tempo, dammi qualcuno che io possa aiutare per qualche momento;
quando sono umiliato, fa che io abbia qualcuno da lodare;
quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare;
quando ho bisogno della comprensione degli altri, dammi qualcuno che ha bisogno della mia;
quando ho bisogno che ci si occupi di me, mandami qualcuno di cui occuparmi;
quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un’altra persona.

Insieme
Rendici degni, Signore, di servire i nostri fratelli che in tutto il mondo vivono e muoiono poveri ed affamati.
Dà loro oggi, usando le nostre mani, il loro pane quotidiano, e dà loro, per mezzo del nostro amore comprensivo, pace e gioia.
(S. Teresa di Calcutta)

Canto

Guida Quante sono le tempeste che agitano la barca della nostra vita, della storia di ogni uomo? In certe occasioni, quando la tempesta è più forte, la paura prende il sopravvento e siamo sconvolti, il Signore si presenta al nostro fianco e ci offre la sua serenità.

1 Lett. Dal Vangelo di Matteo (14, 22-33)
Subito dopo costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: “È un fantasma!” e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!”. Pietro allora gli rispose: “Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque”. Ed egli disse: “Vieni!”.
Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: “Signore, salvami!”. E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”. Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: “Davvero tu sei Figlio di Dio!”.


Rit. cantato: Il Signore è la mia forza e io spero in Lui.
Il Signore è Salvator, in Lui confido non ho timor,
in Lui confido non ho timor.
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Solista: Signore Gesù, anche oggi, umilmente, ci presentiamo a te.
Noi siamo spesso assaliti dalla paura: la tua assenza ci dà sgomento, la tua presenza ci incute timore.
Spesso siamo insicuri in ciò che facciamo e abbattuti per quel che ci accade, perché non comprendiamo.
Rit. cantato
Solista: Sollevaci con la tua grande mano, sostienici con il tuo forte braccio. Donaci la gioia di credere fermamente che tu sei con noi, sempre, tu il nostro aiuto, la nostra forza.
Nulla e nessuno ci possa mai strappare dalla tua santa mano, perché ti apparteniamo e sempre vogliamo essere tuoi, per essere anche con te nel Padre, Amore che tutto sostiene. Amen.
Rit. cantato
(A. M. Canopi)

Silenzio di adorazione

Guida Quanto è grande la nostra fede? La donna cananea è resa audace dall’amore per la figlia, la necessità la spinge a gridare e osare, anche di fronte all’ostilità dei discepoli e alla durezza di Gesù, che alla fine la elogia e la esaudisce.

1 Lett. Dal Vangelo di Matteo (Mt 15, 21-28)
Partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: “Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio”. Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: “Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!”. Egli rispose: “Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele”. Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: “Signore, aiutami!”. Ed egli rispose: “Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”. “È vero, Signore – disse la donna -, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”. Allora Gesù le replicò: “Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri”. E da quell’istante sua figlia fu guarita.

Silenzio di adorazione

Preghiera finale
Gesù, divino Maestro, che dal cielo scendesti per donare l’abbondanza della grazia, accrescila in noi e fa’ che diventi fiume che trabocca nella vita eterna.
Tu, che del dolore volutamente scegliesti l’abisso e nell’Eucaristia ti lasci cibo dei figli degli uomini, facci comprendere la sublimità di tale esempio.
Il fuoco acceso dal tuo amore consumi le scorie della nostra mediocrità e ci dia la forza di seguire l’invito alla perfezione infinita del Padre.
Della fede concedici la fermezza, della carità l’ardore, della speranza incrollabile certezza.
Donaci il desiderio dell’eroismo in ogni virtù e la fiducia di raggiungere, con l’aiuto della tua e nostra Madre, la santità. Amen.
(Servo di Dio G. Giaquinta)

Benedizione eucaristica

Canto e reposizione

O Cuore Immacolato di Maria,
vivo modello di ogni santità,
dona tu la fiducia di diventare santi.

Sussidio preparato da Cristina Parasiliti


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