Itinerario di Quaresima – IV settimana

Domenica 22/3 - Sabato 28/3


Deserto e speranza: due dimensioni che accompagnano in modo particolare il percorso di formazione-missione proposto quest’anno. Deserto e speranza: un binomio che in ogni domenica del cammino quaresimale, del ciclo anno A che la Chiesa ci propone quest’anno, offre a ciascuna persona e a ciascuna comunità una chiave di lettura di sé e anche una prospettiva pasquale di vita nuova, santificata dalla Passione e Risurrezione di Cristo e dal dono del suo santo Spirito.
Come per i catecumeni anche per noi la Quaresima è iniziazione al mistero di Cristo, incontro graduale e continuo con Lui, conversione di mentalità e di vita verso la piena trasformazione in Cristo Gesù, verso l’edificazione di famiglie e comunità rinnovate, verso un mondo di santi e fratelli.
Nel deserto del cuore e del mondo, fatto di solitudine, fame, sete, cecità, vuoto d’amore, riceviamo in dono il Vangelo, la Parola che crea, purifica, converte, accompagna, dà vita. Sarà proprio il testo evangelico domenicale che prenderemo in considerazione, non tanto in forma esegetica, quanto piuttosto esistenziale e spirituale.


CAMMINIAMO NELLA LUCE

O Dio, Padre della luce, tu vedi le profondità del nostro cuore: non permettere che ci domini il potere delle tenebre, ma apri i nostri occhi con la grazia del tuo Spirito, perché vediamo colui che hai mandato a illuminare il mondo, e crediamo in lui solo, Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore. Egli è Dio …

Canto al Vangelo Cf Gv 8, 12b
Io sono la luce del mondo, dice il Signore, chi segue me, avrà la luce della vita.

Vangelo – Il cieco andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
Passando vide un uomo, che era cieco fin dalla nascita. I suoi discepoli lo interrogarono, dicendo: «Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?» Gesù rispose: «Né lui ha peccato, né i suoi genitori; ma è così, affinché le opere di Dio siano manifestate in lui. Bisogna che io compia le opere di colui che mi ha mandato mentre è giorno; la notte viene in cui nessuno può operare. Mentre sono nel mondo, io sono la luce del mondo».
Detto questo, sputò in terra, fece del fango con la saliva e ne spalmò gli occhi del cieco, e gli disse: «Va’, lavati nella vasca di Siloe» (che significa «mandato»). Egli dunque andò, si lavò, e tornò che ci vedeva. Perciò i vicini e quelli che l’avevano visto prima, perché era mendicante, dicevano: «Non è questo colui che stava seduto a chieder l’elemosina?» Alcuni dicevano: «È lui». Altri dicevano: «No, ma gli somiglia». Egli diceva: «Sono io». Allora essi gli domandarono: «Com’è che ti sono stati aperti gli occhi?» Egli rispose: «Quell’uomo che si chiama Gesù fece del fango, me ne spalmò gli occhi e mi disse: “Va’ a Siloe e lavati”. Io quindi sono andato, mi sono lavato e ho ricuperato la vista». Ed essi gli dissero: «Dov’è costui?» Egli rispose: «Non so».
Condussero dai farisei colui che era stato cieco. 14 Or era in giorno di sabato che Gesù aveva fatto il fango e gli aveva aperto gli occhi. I farisei dunque gli domandarono di nuovo come egli avesse ricuperato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Perciò alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non è da Dio perché non osserva il sabato». Ma altri dicevano: «Come può un peccatore fare tali miracoli?» E vi era disaccordo tra di loro. Essi dunque dissero di nuovo al cieco: «Tu, che dici di lui, poiché ti ha aperto gli occhi?» Egli rispose: «È un profeta».
I Giudei però non credettero che lui fosse stato cieco e avesse ricuperato la vista, finché non ebbero chiamato i genitori di colui che aveva ricuperato la vista, e li ebbero interrogati così: «È questo vostro figlio che dite esser nato cieco? Com’è dunque che ora ci vede?» I suoi genitori risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda, non sappiamo, né sappiamo chi gli abbia aperto gli occhi; domandatelo a lui; egli è adulto, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che se uno riconoscesse Gesù come Cristo, fosse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Egli è adulto, domandatelo a lui».
Essi dunque chiamarono per la seconda volta l’uomo che era stato cieco, e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Egli rispose: «Se egli sia un peccatore, non so; una cosa so, che ero cieco e ora ci vedo». Essi allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti aprì gli occhi?» Egli rispose loro: «Ve l’ho già detto e voi non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare suoi discepoli anche voi?» Essi lo insultarono e dissero: «Sei tu discepolo di costui! Noi siamo discepoli di Mosè. Noi sappiamo che a Mosè Dio ha parlato; ma in quanto a costui, non sappiamo di dove sia». L’uomo rispose loro: «Questo poi è strano: che voi non sappiate di dove sia; eppure mi ha aperto gli occhi! Si sa che Dio non esaudisce i peccatori; ma se uno è pio e fa la volontà di Dio, egli lo esaudisce. Da che mondo è mondo non si è mai udito che uno abbia aperto gli occhi a uno nato cieco. Se quest’uomo non fosse da Dio, non potrebbe fare nulla». Essi gli risposero: «Tu sei tutto quanto nato nel peccato e insegni a noi?» E lo cacciarono fuori.
Gesù udì che lo avevano cacciato fuori; e, trovatolo, gli disse: «Credi nel Figlio dell’uomo?» Quegli rispose: «Chi è, Signore, perché io creda in lui?» Gesù gli disse: «Tu l’hai già visto; è colui che parla con te, è lui». Egli disse: «Signore, io credo». E l’adorò.
Gesù disse: «Io sono venuto in questo mondo per fare un giudizio, affinché quelli che non vedono vedano, e quelli che vedono diventino ciechi». Alcuni farisei, che erano con lui, udirono queste cose e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?» Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane.
(Gv 9, 1-41)

Guardiamo e non vediamo. L’indifferenza ci rende impermeabili. E la fretta… e gli affanni…
Una condizione faticosa la cecità! e qualcuno la vive guardando con il cuore, ‘vedendo i colori’ con la sensibilità dell’amore che sa cogliere in ogni caso la bellezza della vita.
Guardiamo e non vediamo. Ci sfugge l’incanto del creato, non cogliamo la bellezza della famiglia, non gustiamo la gioia di essere insieme.
Basta un po’ di fango, un po’ d’acqua e la docilità: e avremo la luce. Quella che fa crescere le cose buone e belle, quella che purifica ciò che è sporco e sanguina, la luce che dà gioia.
Ogni giorno chiedo a Gesù la Luce per me e per gli altri.

Dammi i tuoi occhi, o Dio, il bosco sarà splendido di luce e di fratelli in canto e nella gioia.
Dammi i tuoi occhi, o Dio, la strada sarà piena di fratelli affaccendati solo per amarsi.
Guglielmo Giaquinta

Sussidio preparato da Teresa Carboni


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