Cammino del mese – Terza settimana

Questo itinerario può essere utilizzato in preparazione alla celebrazione della Giornata della Santificazione Universale o anche può essere proposto a chi vi partecipa come un sussidio che concretizza e accompagna la continuità dell’evento (mese della santità).


La santità è chiamata personale e universale. La santità non passa mai di moda perché è via, percorso, meta sognata da Dio per ogni uomo. La santità è Parola di Dio “sempre viva ed efficace”. La santità va vissuta e annunciata: Non pensiamo alle “folle” da convertire ma avviciniamo le persone (in famiglia, a lavoro, nei luoghi che frequentiamo) e diventiamo voce, testimonianza, e… UNO+UNO diventeremo popolo che accoglie la chiamata di Dio, si lascia coinvolgere dalla santità e contagia tutti perché è realtà amata, fatta propria, trasmessa nella semplicità e nella gioia, con la coerenza di una vita che abbraccia e segue il progetto del Padre rivelatoci da Gesù.

LA PREGHIERA NEL CAMMINO

La preghiera è una realtà personalizzata in quanto noi persone, parliamo con una realtà che è Persona**.

Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. (Mt 6, 6)

Ricordiamo che «è la contemplazione del volto di Gesù morto e risorto che ricompone la nostra umanità, anche quella frammentata per le fatiche della vita, o segnata dal peccato. Non dobbiamo addomesticare la potenza del volto di Cristo». Dunque mi permetto di chiederti: ci sono momenti in cui ti poni alla sua presenza in silenzio, rimani con Lui senza fretta, e ti lasci guardare da Lui? Lasci che il suo fuoco infiammi il tuo cuore? Se non permetti che Lui alimenti in esso il calore dell’amore e della tenerezza, non avrai fuoco, e così come potrai infiammare il cuore degli altri con la tua testimonianza e le tue parole? E se davanti al volto di Cristo ancora non riesci a lasciarti guarire e trasformare, allora penetra nelle viscere del Signore, entra nelle sue piaghe, perché lì ha sede la misericordia divina. (Gaudete et exsultate, 151)

Quando preghiamo, dobbiamo riuscire a portare alla superfice, a livello cosciente la presenza di Dio dentro di noi: prenderne coscienza e iniziare così un dialogo con Dio. Tale presenza di Dio dentro di noi è costante, non è interrotta; siamo noi che interrompiamo la preghiera, ma la presenza della Trinità in noi e la nostra permanenza nella Trinità sono realtà costanti**.

La nostra preghiera sia costante, attenta alle necessità dei fratelli
e assuma sempre più dimensioni universali:
tutto ci interessa e tutto va consegnato al cuore di Dio.


Sussidio preparato da Maria Francesca Ragusa


** G. Giaquinta – La preghiera

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