Autostrada per il Cielo

Editoriale

Vivere agganciati. Lo devo ad una fisioterapista. Una delle sue raccomandazioni finali per me e altri pazienti alla fine di alcune sedute di posturale fu: “camminate sempre pensando di avere un gancio sulla testa che vi tira dal e verso il cielo”. Consiglio efficace!! Vivere agganciati. Ovviamente lo diceva nello specifico per la salute della schiena, ma che grande sintonia e verità si può ritrovare, in questo consiglio terapeutico, con quanto vale non solo per il corpo ma per il tutto della persona, e direi senza dubbio anche per il benessere di una intera umanità!

Vivere agganciati al Cielo, ai cieli che si spalancano alla vita eterna, a ciò che è continuamente generato dall’Autore della vita, dal Padre, e dalla Risurrezione! Vivere in tensione, con i piedi per terra, ma da uomini e donne che stanno in piedi nella loro più piena dignità perché attratti e disposti a farsi tirare su dalla grazia, dalla misericordia che viene solo dall’alto, da Dio.

Per me, per noi, che lavoriamo a questa rivista che si chiama proprio Aggancio, quello di “vivere agganciati al Cielo” diventa un richiamo e un esempio molto significativo e calzante da proporre in questo anno Giubilare, e in particolare in questi mesi in cui la Chiesa in modo speciale si fa culla, fonte e canale del cammino liberatorio della Quaresima e del messaggio rivoluzionario della Pasqua.

Se riuscissimo a vedere la nostra vita come un sorriso del Padre, come un canto del Padre! Tante volte ci ribelliamo, non riusciamo ad accettare le situazioni di difficoltà in cui ci troviamo, perché le sganciamo completamente da questa grande realtà. Così esortava in una sua meditazione il servo di Dio Guglielmo Giaquinta.

Nelle pagine di questo numero emerge, a vario titolo e sotto diverse sfumature, l’esortazione fattiva a non “sganciare” la vita da colui che la vita ce la dona e ridona sempre rinnovata, e scoprire che ciò è possibile, dentro le trame più diverse e concrete dell’esistenza. A partire dalle storie di due donne eccezionali come Caterina da Bologna e Gianna Beretta Molla; così come nella giovane e forte testimonianza di Carlo Acutis, che nei suoi splendidi 15 anni aveva già scoperto Cristo e l’Eucaristia come autostrada per il Cielo.

Pagine di vita, parole del Papa e della Chiesa, sguardi in profondità su quanto avviene nella storia: tutto ci parla del bisogno di misericordia, ci ricorda che stiamo dentro il Giubileo, nel circuito speciale di grazia di un Anno Santo di cui fare tesoro.

E per voi, fedeli Lettori, si trasforma da parte nostra in augurio sincero che il cammino verso la Pasqua faccia emergere con evidenza, nei vissuti personali e sociali, che “l’unica vera tristezza al mondo è quella di non essere santi” (Leon Bloy), e ci faccia tuffare nelle molteplici possibilità e occasioni che la Chiesa ci offre di “riagganciare” ogni legame interrotto o indebolito con il Padre dei cieli e il Signore della Misericordia, con chiunque attende il nostro sguardo amico e riconciliato.

Santa Pasqua a tutti!

Mirella Scalia

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