1 giugno 2014

Solennità dell’Ascensione del Signore - A -III Settimana del Salterio - 48ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali “Comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro”

Idea luce

Trasmettere agli altri la bellezza di Dio.

Introduzione

Nella solennità dell’Ascensione al Cielo del Signore Gesù, la Chiesa celebra la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Nel suo messaggio Papa Francesco ci aiuta a mettere in evidenza luci e ombre, ricchezza e limiti dei media e ci invita a considerare «la comunicazione in termini di prossimità», ricordandoci che «comunicare bene ci aiuta ad essere più vicini e a conoscerci meglio tra di noi, ad essere più uniti». Il bisogno di comunicare esprime sempre il bisogno di amare e di essere amato. Accogliamo il mandato di Gesù di andare in tutto il mondo, di portare a tutti gli uomini il calore, la tenerezza, la bellezza di Dio.

Liturgia della Parola

LETTURE: At 1, 1-11;

Sal 46;

Ef 1, 17-23;

Mt 28, 16-20

 

La liturgia della Parola di questa solennità conferma anzitutto che dire che Gesù è Risorto significa affermare che Egli è vivo e che il suo ritorno è una certezza. Il Signore stesso rassicura i discepoli, ancora sconvolti dagli eventi della sua passione e morte: Egli ha ogni potere e non li lascerà mai soli nella meravigliosa missione dell’annuncio del Vangelo. È un mistero che si può comprendere solo se gli occhi del cuore sono illuminati dalla sapienza donata da Dio.

 

Traccia di riflessione

Con i piedi ben saldi per terra e con la testa ed il cuore rivolti al Cielo ci uniamo agli Undici che sul monte assistono all’ascensione del Signore. Il fatto che Gesù “salga al Cielo” non vuol affatto indicare l’allontanamento definitivo tra Lui e noi, tra la Sua e la nostra natura, ma è segno di speranza per il fatto che Egli, come ci ricorda il primo dei due prefazi suggeriti, “mediatore tra Dio e gli uomini, giudice del mondo e Signore dell’universo, non si è separato dalla nostra condizione umana, ma ci ha preceduto nella dimora eterna, per darci la serena fiducia che dove è lui, capo e primogenito, saremo anche noi, sue membra, uniti nella stessa gloria”. Un’ulteriore sottolineatura della solennità odierna possiamo coglierla nel prefazio che la liturgia propone per i giorni che ci separano dalla Pentecoste: “Entrato una volta per sempre nel santuario dei cieli, egli intercede per noi, mediatore e garante della perenne effusione dello Spirito e ci chiama alla preghiera unanime, sull’esempio di Maria e degli Apostoli, nell’attesa di una rinnovata Pentecoste”.

Preghiera dei fedeli

• Per la Chiesa, perché promuova con ogni mezzo la cultura del dialogo e dell’incontro, che può abbattere i muri che dividono la famiglia umana, preghiamo.

• Per il Papa, i Vescovi, i presbiteri, i diaconi, perché siano comunicatori della bellezza di Dio e sappiano portare calore e accendere i cuori, preghiamo.

• Per i governanti, perché sappiano risolvere le cause economiche, politiche ed ideologiche che alimentano i conflitti sociali e provocano esclusione e povertà, preghiamo.

• Per quanti utilizzano la rete digitale per ingannare le persone più fragili e indifese, perché prendano coscienza di fare violenza e provocare dolore a persone reali, preghiamo.

• Per noi qui riuniti, perché riscopriamo che trasmettere il Vangelo significa farci prossimo di chi incontriamo ferito lungo il cammino, preghiamo.

Dialogo eucaristico

Signore Gesù, di fronte alla tua ascesa al Cielo i discepoli sono rimasti stupiti, senza parole, smarriti al pensiero di dover camminare senza di te. “Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”: è la tua risposta alle nostre preoccupazioni, ai nostri smarrimenti, al nostro sentirci perduti di fronte alla grandezza del mondo. Sì, Signore, Tu sei con noi, sempre, come in questo momento: ripeti dentro di noi le tue parole, perché certi della tua presenza andiamo senza timore in cerca di fratelli dei quali farci prossimo, compagni di viaggio per giungere, insieme, a Te.

Idea guida

Camminiamo con il cuore rivolto al Cielo e le mani tese ai fratelli

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