Consacrati per narrare Dio

Adorazione eucaristica per comunità contemplative

Il percorso spirituale, il nostro cammino di fede personale e comunitario, vive e respira in relazione alla nostra chiamata di consacrazione. In essa ci è chiesto di decifrare i segni meravigliosi della presenza di Dio, contemplarli con amore e gratitudine, trasformarli in preghiera di lode e di impetrazione. In occasione della Giornata della Santificazione ideata dal Servo di Dio Guglielmo Giaquinta, di cui nel 2014 ricorre il centenario della nascita, e promossa ogni anno dal Movimento Pro Sanctitate, dedichiamo in modo speciale la nostra preghiera di adorazione per rinnovare il desiderio della santità, per chiedere al buon Dio la santificazione dei suoi figli nel mondo, il dono di persone che ci narrino con la loro vita la bellezza del suo Amore, e offrire la nostra vita perché serva alla Chiesa e nella Chiesa ad essere narrazione leggibile della santità di Dio.

I segni che porteremo in un angolo visibile della Chiesa durante l’adorazione eucaristica, ci ricorderanno proprio il cammino che abbiamo intrapreso, per ciascuno generato in luoghi, in tempi, in contesti diversi, ma che devono giungere ad una stessa meta: la santità. Questi stessi segni saranno lì a ricordarci, davanti a Gesù, che Lui stesso è, con la sua vita, nostro compagno di viaggio. Segni che ci aiutano a narrare la gioia di aver ascoltato una voce, di aver aderito col cuore, di voler restare innestati alla Vita, di poter nell’Eterno offrire tutto, portare a Lui il mondo, ogni fratello a cui il Signore manda coloro che chiama all’amore.

I momento: Narrare Dio … nasce da un ascolto profondo

Mentre si canta e si porta insieme una luce

Segno la Parola di Dio intronizzata dentro un giardino fiorito

Mc 4, 14-20

Il seminatore semina la Parola. La verità è che Dio semina la Parola verso tutti i campi. Il Chiamante non smette mai di seminare ciò che più gli è caro: il Figlio e ciò che il Figlio ha detto e compiuto. Ma il seme non può rimanere in superficie: necessita di un’accoglienza nell’humus perché possa produrre frutto. Questa accoglienza è determinata dall’aratura che si fa nell’umiltà (la terra): la terra (l’umile) viene aperto (ferito) perché contenga nel suo profondo e racchiuda in sé il seme della Parola. Non c’è obbedienza senza umiltà, senza ferita, senza custodia.

La prima condizione indispensabile è un atteggiamento di fede che ci fa mettere in ascolto umile e disponibile di quanto il Signore va dicendo nel fondo della nostra anima… “vorrei dirvi che la certezza che Dio può parlarci senza intermediari non ci esime dalla ricerca e dalla meditazione anche se più faticosa e più umile ed oscura”. (G. Giaquinta, La Preghiera)

Silenzio di adorazione

…e la Parola di Dio crea bellezza

La Parola di Dio è incontro vivo e vivificante, ogni ora, ogni giorno, per ogni piccola vita, umile e nascosta, che non vuole e non sa conoscere alcun altro bene che in Dio, nel suo parlare agli uomini, nel continuo colloquio del suo amore scritto in pagine di luce ed eternità. Di questa Parola amata e “masticata”, riconosciamo il dono e la fonte, ripetiamo con le parole dei salmi la sua verità e la sua bellezza nella vita contemplativa.

Pregato o cantato a due voci o a due cori (ad ogni frase)

Beato l’uomo di integra condotta, che cammina nella Legge del Signore.

Beato chi è fedele ai suoi insegnamenti e lo cerca con tutto il cuore.

Non commette ingiustizie, cammina per le sue vie.

Tu hai dato i tuoi precetti, perché siano osservati fedelmente.

Siano diritte le mie vie, nel custodire i tuoi decreti.

Allora non dovrò arrossire se avrò obbedito ai tuoi comandi.

Come potrà un giovane tenere pura la sua via? Custodendo le tue parole.

Con tutto il cuore ti cerco: non farmi deviare dai tuoi precetti.

Conservo nel cuore le tue parole per non offenderti con il peccato.

Benedetto sei tu Signore, mostrami il tuo volere.

Nel seguire i tuoi ordini è la mia gioia più che in ogni altro bene.

Voglio meditare i tuoi comandamenti, considerare le tue vie.

Nella tua volontà è la mia gioia; mai dimenticherò la tua parola.

Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino.

Ho giurato e lo confermo, di custodire i tuoi precetti di giustizia.

Ho piegato il mio cuore ai tuoi comandamenti, sono essi la mia ricompensa per sempre. (dal Salmo 118, 1-16. 105-112)

Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita,

per gustare la dolcezza del Signore ed ammirare il suo santuario.

Egli mi offre un luogo di rifugio nel giorno della sventura.

Mi nasconde nel segreto della sua dimora, mi solleva sulla rupe.

E ora rialzo la testa sui nemici che mi circondano; immolerò nella sua casa sacrifici d’esultanza, inni di gioia canterò al Signore.

Ascolta, Signore, la mia voce. io grido: abbi pietà di me! Rispondimi.

Di te ha detto il mio cuore: «Cercate il suo volto»; il tuo volto, Signore, io cerco.

Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo.

Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi.

Spera nel Signore, sii forte, si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore.

(dal Salmo 26, 4-9.13-14)

Canto

II momento: Narrare Dio … con gli strumenti poveri della propria umanità

Mentre si canta e si porta insieme una luce

Segno pane e vino

Gv 6, 47-51

… e vivere di Pane e Vino

Nel segno del pane ti viene dato il corpo e nel segno del vino ti viene dato il sangue, perché, ricevendo il corpo e il sangue di Cristo, tu diventi concorporeo e consanguineo di Cristo…

Rit. cantato

I segni sacramentali del sacrificio di Cristo sono il pane e il vino consacrati: partecipare a essi significa entrare in comunione col Signore Gesù, diventando una sola cosa con lui e con quanti si nutrono alla stessa mensa della nuova vita. Rit.

Nutrirsi è indispensabile alla vita e mangiare insieme è segno di familiarità. Ora, nell’Eucaristia, il Signore Gesù non solo ci fa suoi commensali, ma dona a noi Se stesso in cibo spirituale, perché viviamo in lui. Rit.

La nostra partecipazione al Corpo e Sangue di Cristo non tende ad altro che a trasformarci in quello che riceviamo, a farci rivestire in tutto, nel corpo e nello spirito, di colui nel quale siamo morti, siamo stati sepolti e siamo risuscitati. Rit.

Nel pane e nel vino Dio dona all’uomo non solo il cibo che lo alimenta, ma anche il sacramento che lo rinnova, perché non gli venga mai a mancare questo sostegno del corpo e dello spirito. Rit.

La fede, nutrita dal “Pane della vita” e dal “Calice della salvezza”, non si stanca di ribadire che Gesù è la vera risposta che pone fine alla nostra ricerca del senso della vita e del suo futuro. Rit.

(Dal testo base “Verso il XLVII Congresso Eucaristico Internazionale”, Giugno 2000)

Silenzio di adorazione

…Mirabile vocazione questa: nel prendere e mangiare il Pane della vita è veramente cosa buona e giusta rendere grazie!

Preghiamo insieme

Ti rendiamo grazie, Padre,

per questa memoria delle nostre origini presso di Te che è la santa Cena,

nella quale il Tuo Spirito, primo dono ai credenti,

viene a rendere presente per noi la Pasqua riconciliatrice del Tuo Figlio.

Ti benediciamo, perché l’unico Pane e l’unico Calice

ci raccolgono nell’unico Corpo, facendo di noi,

nella comunione all’unico Santo mediante i santi doni,

la comunione dei santi nel tempo e per l’eternità. Amen.

(B. Forte, parte di preghiera)


III momento: Narrare Dio … con la bellezza e la freschezza di un cuore puro

Mentre si canta e si porta insieme una luce

Segno un cuore grande in rosso (il cuore di Dio) con dentro un cuore più piccolo in bianco (il nostro)

Gv 15, 1-11

“Voi siete già puri, a causa della Parola … rimanete in me e io in voi” (vv. 3-4). Quali sono gli elementi che concorrono alla purezza? Lo dice Gesù: a causa della Parola (causa = genera la castità, l’alimenta, la corregge, perdona l’infedeltà…). Quel rimanete in me e io in voi è il fine di tutto il lavoro dell’agricoltore (il Padre). Rimanere perché amati; nessuno vuol rimanere con nessuno se non è amato/a. Gesù non usa mai la parola Ti voglio bene: usa amore e lo dimostra in Gv 21, 15-19. Voglio bene ad un amico; ma Gesù ci vuole portare da Lui. Se non riusciamo ad arrivare all’amore, Lui si abbassa fino a farci almeno capire che ci vuol bene.

Silenzio di adesione

…perché il cuore di Dio cambi il nostro cuore

Riconosciamo nella nostra vita che non sempre tutto funziona secondo i doni di Dio, il nostro cuore non è stabilmente aperto ai suoi doni. A volte scegliamo di vivere ciò che non è frutto dello Spirito. Invochiamo per noi e per tutti il suo perdono.

Sol Signore, conosciamo la strada luminosa che conduce a te, ma facilmente disperdiamo il cuore e ci ritroviamo in vicoli ciechi, che ci lasciano soli e insoddisfatti, perché ci costruiamo idoli e adoriamo ciò che non conta.

Tutti Donaci un cuore aperto, che sa godere della tua luce e ci fa camminare sulle tue strade, verso la pienezza della gioia, verso la vita vera.

Sol Signore, sprechiamo i tuoi doni quando ci lasciamo guidare da idolatrie, discordie, gelosie, e la nostra vita quotidiana diventa una sofferenza generata da noi stessi.

Tutti Donaci un cuore ben disposto, capace di perdono, umiltà, pazienza, per riconoscere il bene anche negli altri e godere con loro dei tuoi beni, perché torni sempre a risplendere il sole nel nostro animo.

Sol Signore, sprechiamo il tuo dono quando ci estenuiamo dietro ai nostri ragionamenti, alle pretese, alle facili contese e divisioni, e non riusciamo a rimanere in te. Non riusciamo ad amare come vorremmo e come Tu ci hai insegnato.

Tutti Donaci un cuore ben disposto, aperto alla benevolenza, pietà e umiltà, per costruire giorno per giorno delle relazioni vere, che sono come la roccia su cui edificare la nostra vita.

Canto

IV momento: Narrare Dio … per le strade del mondo

Mentre si canta e si porta insieme una luce

Segno un quadro del fondatore o fondatrice della propria congregazione con intorno alcuni volti delle persone della comunità e gente del mondo

Gv 6, 22-29

La bellezza della narrazione passa attraverso un evento chiesto dalla folla (vv. 24-25) e spiegato direttamente da Gesù. La folla chiede a Gesù (ed oggi a noi tutti) un segno ed un’opera. Il segno è la Chiesa (una, santa, cattolica, apostolica, etc….) e l’opera è l’Eucaristia. Se non siamo uniti, non possiamo narrare Cristo; se non siamo santi (virtù eroiche da vivere in vita), non possiamo parlare di santità; se non siamo cattolici (cioè incarnare lo sforzo di seguire il Vangelo) non siamo credibili; se non siamo apostolici (cioè uniti e osservanti di ciò che dice il Santo Padre) siamo camminatori isolati sulle strade di questo mondo.

Silenzio di adesione

…con i santi, come loro

Le numerose beatificazioni e canonizzazioni di tanti nostri fratelli nella fede pongono dinanzi ai nostri occhi vari modelli di santità, testimonianze ricche di virtù eroiche, vissute spesso nelle condizioni comuni e ordinarie del vissuto umano. Fratelli e sorelle che sono stati docili all’azione dello Spirito, ferventi e generosi nella carità e nella dedizione agli altri. Fratelli e sorelle che con la loro quotidiana testimonianza hanno trasfigurato i loro ambienti di vita e di lavoro.

(dalla lettera di Mons. C. La Piana, arcivescovo di Messina-Lipari-S. Lucia La Mela per l’anno pastorale 2007-2008: Ad immagine del Santo diventate santi anche voi).

1L “Spesso ci sentiamo attratti dalla santità. Forse è la grazia di Dio che opera risvegliando in noi un desiderio del genere…. Tuttavia, mentre questa aspirazione ci tormenta dolcemente, ci troviamo come davanti a un muro: i santi sembrano così inaccessibili… Come fare per essere santi? Qual è la misura della santità? Ci sono un metodo, mezzi, un percorso? Se bastasse la penitenza, ci flagelleremmo dal mattino alla sera. Se occorresse la preghiera, pregheremmo notte e giorno. Se il mezzo giusto consistesse nel predicare, percorreremmo città e paesi e, senza darci pace e tregua, annunceremmo la parola di Dio a tutte le persone in cui c’imbattessimo… ma non sappiamo, non conosciamo il percorso… Ogni santo ha la sua fisionomia, e i santi si distinguono l’uno dall’altro come le migliaia di fiori di un magnifico giardino botanico”.

(Chiara Lubich, Vivere il momento presente)

2L Cristo che è stato la passione di una miriade di santi, di una schiera innumerevole di martiri piccoli e grandi; Cristo vivente nell’Eucaristia, e presente nella sua realtà di crocifissione, nelle sue stimmate. Ricordiamo S. Francesco di Assisi, Santa Caterina da Siena, Santa Teresa di Gesù, S. Giovanni della Croce, Santa Gemma Galgani: creature che sono state la riproduzione storico-spirituale e mistica di Cristo attraverso la loro vita!

(G. Giaquinta, La testimonianza, inedito)

A questo punto si possono aggiungere, intercalate da canoni o canti, memorie, testi o preghiere dei testimoni e dei santi più vicini alla propria famiglia spirituale e contemplativa, per farci ridire da loro che la santità è una narrazione vivente dell’amore infinito di Dio.

Insieme o a due cori:

Preghiera per la Santificazione Universale a pag. 74

…Con Maria

Il Signore vuole da noi, non l’elemosina, ma tutto quello che Egli ci chiede noi dobbiamo darglielo completamente e serenamente, generosamente. Il Signore non desidera che il cielo della nostra anima sia coperto di nubi, o sia pieno di pioggia: serenità. Ilarem datorem diligit Deus. In questa risposta al divino colloquio, alla divina chiamata della volontà di Dio, ci è di esempio l’Immacolata, Maria Madre nostra.

(G. Giaquinta)

A Maria Madre nostra ci rivolgiamo, a conclusione di questa veglia, con una richiesta particolare di vocazione alla santità per la vita dei giovani. Che la nostra vita serenamente offerta con quella di Maria, sia colma di fecondità spirituale per ciascuno di loro.

Insieme

Preghiera del Santo Padre Francesco per la Giornata Mondiale della Gioventù svoltasi a luglio in Brasile

Benedizione eucaristica e canto

Sussidio preparato da Fra Orazio Renzetti, OFM Capp

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