Vi ho chiamato amici

Rimanere è il verbo dell’amicizia. Un buon amico è colui che rimane accanto a noi sempre e condivide, senza gelosie, tutte le gioie, le attese e le speranze. Anche nelle situazioni più difficili, quando tutto sembra venire meno, quando gli altri se ne vanno, rimane solo colui che ama.

I mesi di maggio e giugno arrivano quest’anno portandoci l’annuncio dell’amicizia con Dio. Nella Chiesa risuona con gioia la Parola di Gesù: Vi ho chiamato amici e il suo invito: Rimanete nel mio amore. La nostra amicizia con Lui è resa possibile dalla risposta a questa Parola, dal nostro desiderio di accogliere Gesù nella preghiera. La preghiera, altro non è che un intimo rapporto di amicizia, un frequente trattenimento da solo a solo con Colui da cui sappiamo di essere amati - spiega Santa Teresa d’Avila [cfr adorazione maggio, pag. 50].

Nella preghiera del Rosario, Maria ci è accanto e ci accompagna nella attesa della Pentecoste. Lei, icona dell’amore che sa prendersi cura, che sa rimanere accanto. Tutta la sua vita è stata un rimanere accanto al Figlio: dall’infanzia agli anni della predicazione. Maria è rimasta (stabat) ai piedi della croce, segno dell’amore più grande, di quell’amore che sa soffrire – spesso in silenzio – insieme all’amato; è rimasta con gli Apostoli nel Cenacolo in attesa del dono dello Spirito Santo e rimane accanto a noi – Chiesa nata dal Risorto – che cammina lungo i secoli della storia. La sua presenza orante ci svela il Figlio fatto uomo per noi, che si è messo dalla nostra parte e ci è rimasto fino alla fine, fino a donare la vita sulla croce, che ha scelto di rimanere sempre tra noi nel dono del suo Corpo e del suo Sangue. È la logica dell’amore: Gesù non è un filosofo, né un sociologo, Gesù è Colui che è venuto a rivelarci e a farci fare l’esperienza dell’amore del Padre (Servo di Dio Guglielmo Giaquinta) [pag. 21-23].

Le pagine che seguono segnano un itinerario che ci aiuterà ad approfondire la nostra amicizia con il Signore, ad immergerci nel mistero del suo amore e a rispondere ad esso. Nel mese di giugno celebreremo la solennità della SS. Trinità e saremo accompagnati nella contemplazione del mistero dalle parole del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta: Noi immersi nella Trinità e la Trinità in noi… Da una concezione di un Dio che sta fuori di noi a un Dio che sta dentro di noi, alla Trinità che vive dentro di noi, a Cristo che vive dentro di noi… Quando preghiamo dobbiamo riuscire a portare alla superficie, a livello cosciente la presenza di Dio dentro di noi: prenderne coscienza e iniziare così il dialogo con Dio… Solo se l’unione con Dio diventa costante al massimo… possiamo arrivare veramente a una autentica vita di preghiera. Le solennità che la Chiesa ci invita a celebrare ci aiuteranno a vivere la preghiera come il luogo in cui ci è data vita nuova, dono del Risorto. Ci è stata regalata una vita da spendere per gli altri, come annunciano le vite dei santi e dei testimoni che sono qui presentate. Esse ci insegnano che l’amicizia con Dio non implica una vita separata dal mondo ma, al contrario, ci dona la passione per la storia e per il mondo, non ci isola, ma ci inserisce vitalmente in esso. È questo l’augurio che ci scambiamo in questo tempo ricco della grazia di Dio: vivere intensamente questo periodo come una primavera del nostro spirito, un tempo di grazia per imparare a vivere da risorti, da uomini nuovi, e portare nel mondo frutti di santità.

Vittoria Terenzi

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