Adorazione “Nessuno è escluso dall’amore di Dio”

Giugno 2021

Guida Nel mese di giugno, dedicato al Sacro Cuore di Gesù, contempliamo l’amore di Dio per ciascuno di noi. Nessuno è escluso dalla sua misericordia: è sempre Lui che fa il primo passo e ci viene incontro, ci ama, ci perdona e ci manda a donare agli altri l’amore che abbiamo ricevuto. Chiediamo, nell’incontro con Gesù Eucaristia, un cuore nuovo, capace di accogliere e amare, aiutare e donare il perdono.

Canto di esposizione

Guida Gesù Eucaristia mostrami il tuo volto
Gesù Eucaristia rivelami il tuo cuore
Gesù Eucaristia mostrami il Padre
Gesù Eucaristia donami lo Spirito

Silenzio di adorazione

In Cristo, un solo corpo

Guida Siamo tutti tenuti a cercare di realizzare una unione profonda con Gesù che ci invita a unirci intimamente a lui, come i tralci alla vite, La linfa che scorre nei tralci è la stessa che scorre nel tronco. Così è la vita di Gesù che viene donata a noi. È un’intimità impensabile, ma reale. Lasciamo crescere in noi l’innamoramento per la sua parola e non potremo più farne a meno.

I Lett. Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non dà frutto, egli lo recide, e ogni tralcio che dà frutto egli lo monda perché dia frutti più abbondanti. Voi siete già mondi grazie alla Parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io rimarrò in voi. Come il tralcio non può dare frutto se si stacca dalla vite, allo stesso modo voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, questi porta molto frutto: perché senza di me non potete fare nulla. (Gv 15, 1-5)

II Lett. Se si separa il capo dal resto del corpo, l’intera persona non può sopravvivere. Così è nella Chiesa: dobbiamo rimanere legati in modo sempre più intenso a Gesù. Ma non solo questo: come in un corpo è importante che passi la linfa vitale perché viva, così dobbiamo permettere che Gesù operi in noi, che la sua Parola ci guidi, che la sua presenza eucaristica ci nutra, ci animi, che il suo amore dia forza al nostro amare il prossimo. E questo sempre! Sempre, sempre! Cari fratelli e sorelle, rimaniamo uniti a Gesù, fidiamoci di Lui, orientiamo la nostra vita secondo il suo Vangelo, alimentiamoci con la preghiera quotidiana, l’ascolto della Parola di Dio, la partecipazione ai Sacramenti.
(Papa Francesco)

Preghiamo a cori alterni:
Aspiro a te, o mio Signore Gesù, e voglio aver parte con te e in te alla grazia del tuo mistero dell’Incarnazione. Voglio unirmi a te, per esistere in te, vivere in te, portar frutti in te, come il ceppo nella sua vite.
O mio Signore Gesù, fa’ che io viva e sussista in te, come tu vivi e sussisti in una Persona divina! Sii il mio tutto e che io faccia parte del tuo Corpo mistico come l’Umanità è parte di un composto divino.
Fa’ che io sia ossa delle tue ossa, carne della tua carne, spirito del tuo Spirito; che io riceva l’effetto della santa preghiera che tu facesti nell’ultimo giorno della tua vita, prima di avviarti alla Croce, quando dopo aver pregato per i tuoi Apostoli, hai pregato incessantemente l’eterno Padre perché noi pure siamo una cosa sola come tu sei uno con lui.
In verità, io mi vedo assai lontano da te e dalla tua sacra Umanità, data la tua dignità infinita. Tuttavia, o Gesù, degnati di avvicinarti a me, di unirti a me, di incorporarti in me perché io viva e operi in te, perché io sia condotto, diretto e posseduto da te.
(P. De Berulle)

Silenzio e canto

Figli di Dio grazie allo Spirito

Guida Cos’è lo Spirito Santo se non Colui che ci lega a Dio con amore, intelligenza, perdono e misericordia? Non ci lascia soli, permea la nostra vita di credenti, ci illumina e ci guida: lasciamoci condurre con fiducia per le strade di Dio, ben consapevoli di abbandonarci al suo progetto e non ai nostri desideri umani.

I Lett. Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: «Abbà, Padre!». Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.                                                                                         (Rm 8, 14-17)

II Lett. Il cristianesimo non è una religione della paura, ma della fiducia e dell’amore al Padre che ci ama. Queste due dense affermazioni ci parlano dell’invio e dell’accoglienza dello Spirito Santo, il dono del Risorto, che ci rende figli in Cristo, il Figlio Unigenito, e ci colloca in una relazione filiale con Dio, relazione di profonda fiducia, come quella dei bambini; una relazione filiale analoga a quella di Gesù, anche se diversa è l’origine e diverso è lo spessore: Gesù è il Figlio eterno di Dio che si è fatto carne, noi invece diventiamo figli in Lui, nel tempo, mediante la fede e i Sacramenti del Battesimo e della Cresima; grazie a questi due sacramenti siamo immersi nel Mistero pasquale di Cristo.
(Benedetto XVI)

Preghiera: Invocazione al Padre
Abbà, Padre, donaci di saperti amare con la tenerezza con cui ti amava e ti invocava tuo Figlio.
Padre, facci comprendere almeno una scintilla di quell’amore che tua figlia Maria aveva per te.
Padre, che hai contato i capelli del nostro capo, insegnaci a contare sul tuo aiuto.
Padre, che a chi ti chiede dai sempre in abbondanza, concedi una fiducia piena nel tuo amore.
Padre, che sei provvidenza anche per gli uccelli del cielo e i fiori dei campi, non distaccarti mai dal nostro fianco.
Padre, invocato da Gesù nell’orto e sulla Croce, sii la nostra forza nell’ora del dolore.
Padre, lascia che ti invochiamo con la preghiera insegnataci dal tuo Figlio Gesù.
(Guglielmo Giaquinta)

Silenzio e canto

Ero forestiero e mi avete ospitato

Guida È molto difficile uscire da noi stessi ed andare verso l’altro: non sappiamo niente di lui, ma siamo pronti a giudicare. Non lasciamoci ingannare dalle apparenze, dietro ogni persona c’è un mondo che non conosciamo, una storia, un fratello che ha bisogno della nostra presenza e della nostra dedizione. Anche se non è facile, lasciamoci guidare dalla spontaneità, fiduciosi in Dio che conosce le intenzioni del nostro cuore e le nostre fragilità.

I Lett. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. (Mt 25, 34-40)

II Lett. Capite che cosa significa tutto questo? Che se vogliamo avere parte dell’eredità del Regno, dobbiamo diventare poveri. O almeno, i poveri, dobbiamo tenerceli buoni perché un giorno si ricordino di noi. Insomma, o ci meritiamo l’appellativo di beati facendoci poveri, o ci conquistiamo sul campo quello di benedetti amando e servendo i poveri… Sì, perché il capitolo 25 del Vangelo di Matteo, con quel «venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo», ci fa capire che, come titolo valido per l’usufrutto del Regno, esiste un’alternativa al titolo di povertà: quello della solidarietà con i poveri.
(Don Tonino Bello)

Preghiamo a cori alterni: Salmo 41
Beato l’uomo che ha cura del debole, nel giorno della sventura il Signore lo libera.
Veglierà su di lui il Signore, lo farà vivere beato sulla terra,
non lo abbandonerà alle brame dei nemici.
Il Signore lo sosterrà sul letto del dolore; gli darai sollievo nella sua malattia.
Io ho detto: “Pietà di me, Signore; risanami, contro di te ho peccato”.
I nemici mi augurano il male: “Quando morirà e perirà il suo nome?”.
Chi viene a visitarmi dice il falso, il suo cuore accumula malizia e uscito fuori sparla.
Contro di me sussurrano insieme i miei nemici, contro di me pensano il male:
“Un morbo maligno su di lui si è abbattuto, da dove si è steso non potrà rialzarsi”.
Anche l’amico in cui confidavo, anche lui, che mangiava il mio pane, alza contro di me il suo calcagno.
Ma tu, Signore, abbi pietà e sollevami, che io li possa ripagare.
Da questo saprò che tu mi ami, se non trionfa su di me il mio nemico;
per la mia integrità tu mi sostieni, mi fai stare alla tua presenza per sempre.
Sia benedetto il Signore, Dio d’Israele, da sempre e per sempre. Amen, amen.

Silenzio e canto

Va’ e fa’ anche tu la stessa cosa

Guida Non c’è amore senza azioni e non c’è amore cristiano senza missionarietà. Ogni giorno siamo chiamati a compiere atti di amore concreto verso un fratello che ha bisogno di noi, anche se non ce ne rendiamo conto. Questa è la risposta che Gesù si attende da noi e che ci insegna nell’Eucaristia. Guardiamo Gesù Eucaristia e il nostro cuore diventerà simile al suo.

I Lett. Gesù rispose: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s’imbatté nei briganti che lo spogliarono, lo ferirono e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada; e lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. Così pure un Levita, giunto in quel luogo, lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. Ma un samaritano che era in viaggio, passandogli accanto, lo vide e ne ebbe pietà; avvicinatosi, fasciò le sue piaghe, versandovi sopra olio e vino; poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo condusse a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno dopo, presi due denari, li diede all’oste e gli disse: “Prenditi cura di lui; e tutto ciò che spenderai di più, te lo rimborserò al mio ritorno”. Quale di questi tre ti pare essere stato il prossimo di colui che s’imbatté nei ladroni?» Quegli rispose: «Colui che gli usò misericordia ». Gesù gli disse: «Va’, e fa’ anche tu la stessa cosa». (Lc 10, 30-37)

II Lett. Cristo, i fratelli li ha amati “non per giuoco”, ed è morto in croce per essi; la fraternità cristiana non può trovarti soddisfatto e indifferente. Questo perché è in Cristo che gli uomini sono tuoi fratelli e quanto più essi ti passano o ti vengono accanto, tanto più Cristo si avvicina a te.
(Guglielmo Giaquinta)

Sol Accanto a chi è tuo fratello perché nato dalla stessa carne, c’è un numero infinito di uomini che sono, essi pure, tuoi fratelli. Molti hanno fame: non li ignorare; ammalati: non li abbandonare; bisognosi di una casa che non sia capanna o tugurio o anche il freddo di un cielo stellato o piovoso: fai qualcosa per essi.
Tanti piccoli potrebbero, istruiti e curati, guardare sereni al domani se tutti gli uomini li sentissero figli e fratelli.
Non siamo nati per odiarci e combatterci ma per amarci e aiutarci. Non può quindi essere la violenza, la divisione, l’ingiustizia e la lotta la legge fondamentale dell’umanità, che deve invece sforzarsi di attuare il sogno di una “fraternità universale” capace di ignorare o superare qualsiasi barriera. Solo l’unità fraterna potrà salvare il nostro domani di uomini liberi.
(Guglielmo Giaquinta)

Benedizione Eucaristica e canto di reposizione

O Cuore Immacolato di Maria,
vivo modello di ogni santità,
dona tu la fiducia di diventare santi.

Sussidio preparato da Giorgio e Mariella Bersani

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