Santa Paola Frassinetti

11 giugno


“Volontà di Dio, Paradiso mio”: queste parole le ho sentite dal Servo di Dio Guglielmo Giaquinta negli anni ’70 quando mi sono accostata al Movimento Pro Sanctitate da lui fondato. Il ‘padre’ ripeteva spesso questa invocazione ereditata dall’allora beata Paola Frassinetti, fondatrice delle Suore Dorotee, beatificata l’8 giugno 1930 e canonizzata l’11 marzo 1984. Numerosi Corsi di Esercizi Spirituali dei nascenti Gruppi Pro Sanctitate si sono svolti proprio nella casa delle Suore Dorotee al Gianicolo, in Roma.
Con questo dolce ricordo iniziamo a visitare la storia, gravida di divino, della nostra Paola.

Riceve in dono la vita e il santo battesimo il 3 marzo 1809 a Genova, in una buona famiglia, terzogenita di cinque figli. Mamma Angela è per lei un esempio e una maestra anche nella fede, ma presto – a soli nove anni – ne è privata per una fatale malattia e Paola rimane sola, con la responsabilità del padre, dei fratelli e dell’andamento della casa.
Il clima di quegli anni in Italia è di scontro, idee di libertà e nuove tecnologie si affacciano, la promozione della donna, tra mille difficoltà, comincia a farsi avanti.
Paola non va a scuola ma si lascia istruire dal padre, dai fratelli e soprattutto dal fratello Giuseppe. Vive il suo tempo, coglie nel Vangelo la vera novità anche sociale, individua della educazione soprattutto della donna una via di vera rivoluzione.
Tutti e quattro i suoi fratelli saranno sacerdoti, ma con Giuseppe lei vivrà una sintonia speciale, di ricerca della volontà di Dio e di passione apostolica.
Ciò che ormai è spesso nelle nostre riflessioni pastorali e cioè che la famiglia è la prima e fondamentale comunità educante, Paola lo aveva sperimentato, compreso e ne ha fatto lo stile della sua opera.
Nel 1827 una eccessiva stanchezza l’ha portata per un periodo di riposo a Quinto, nella riviera ligure, presso il fratello Giuseppe. L’assidua frequenza della parrocchia, le belle amicizie nate in quel contesto hanno creato il germoglio della nuova realtà ecclesiale nascente. Le domeniche pomeriggio erano dedicate a lunghe passeggiate, immerse nella natura e nella condivisione dell’esperienza di Dio. nasce e cresce nel loro cuore il desiderio profondo di donarsi interamente al Signore, di continuare la sua missione nel mondo, soprattutto attraverso l’educazione alla fede. La condizione femminile, come già detto, richiedeva una attenta opera di formazione per uscire dallo stato di arretratezza culturale e religiosa in cui si trova. Ogni novità, si sa, porta critiche e disapprovazioni, quindi scoraggiamento e preoccupazione per Paola e le sue amiche. Ma poiché “non è una cosa mia” il gruppo procede tenacemente il suo cammino con l’aiuto di don Giuseppe che a più riprese aiuta nella realizzazione del progetto.
Così il 12 agosto 1834 il primo gruppo, ben presto chiamato Figlie della fede, si consacra a Dio per vivere la missione di educatrici. Ragazze povere e orfane trovano casa presso di loro, ma la vita è difficile e le condizioni economiche preoccupanti. Nel 1835 don Luca Passi, di Bergamo, amico di don Giuseppe, stava anch’egli formando un’opera a favore delle ragazze povere e bisognose, con l’intento di raggiungerle nei luoghi dove si trovano, nelle case, nel lavoro, nelle strade… Questo progetto che faceva riferimento alla parrocchia coinvolgendo giovani più formate e disponibili rispondeva come obiettivi e anche come stile, nella semplicità e nell’amicizia, a ciò che anche Paola desiderava. Ed è fatta! Paola accetta la proposta di don Luca e, d’accordo con le amiche ormai sorelle di vocazione, cambia il nome dell’Istituto in “Suore di santa Dorotea”. Il 1835 è tempo di feconde novità, in quello stesso anno infatti dal primo gruppo si staccano le prime suore per recarsi a Genova, dove avranno la direzione di una scuola per povere. La volontà di Dio si fa sempre più chiara e Paola è in ascolto docile.
Qualche anno dopo, nel 1841, la meta è Roma. Questa volta è proprio Paola a partire con due giovani sorelle; l’ansia apostolica e il desiderio di ricevere l’approvazione del Santo Padre mettono ali al suo camminare. In una condizione di austerità e povertà il piccolo gruppo cerca di coniugare il servizio nelle parrocchie di borgata, dove le fanciulle povere hanno bisogno, con la presenza nei quartieri ‘alti’ dove l’aristocrazia colta e benestante spesso nasconde miseria morale e spirituale. Nel 1844 si apre un educandato prima a Santa Maria Maggiore e poi a Salita sant’Onofrio, che diventerà Casa Generalizia dell’Istituto.
I viaggi per sostenere e incoraggiare le diverse comunità sono faticosi e nel 1849 la vita delle suore e della stessa Paola è più volte minacciata.
Tutto è paradiso perché letto nell’ottica della fede. Lo sguardo di Dio è sempre su ciascuno dei suoi figli. Così Madre Paola. Anche i garibaldini trovano in lei accoglienza, cura e conforto.
Nel 1850 si reca a Gaeta, dove si trova papa Pio IX, un padre per lei. La missione continua moltiplicando i centri a Roma e in Italia, nel 1866 raggiunge coraggiosamente il Brasile, poi anche il Portogallo, dove si è costrette ad operare in clandestinità. Paola invia le sorelle, vorrebbe andare ma le accompagna con una intensa, materna preghiera.
Nel 1872 consacra l’Istituto al Sacro Cuore di Gesù.
L’11 giugno 1882 Paola raggiunge serenamente il Cielo, invocando la Madonna: “Madonna mia ricordati che sono tua figlia”.

Alcune parole significative di santa Paola Frassinetti
“Cerchiamo il regno di Dio, la sua giustizia e la sua gloria; tutto il resto non vale niente”.
“Non abbiate altra mira che Dio e sarete semplici”.
Per chi confessava spontaneamente le proprie colpe, si mostrava piena di compassione. “Ebbene, che c’è?… Una nuova mancanza?… È un frutto del nostro orto. E ve ne meravigliate?”. E soggiungeva: “Coraggio e incominciamo da capo. Ci vuole tanto bene il Signore”.
“Dio vi conservi nel suo santo amore e ve l’aumenti di giorno in giorno, di momento in momento, tanto che possiate mettere fuoco ovunque andiate. Accendete tutti del santo amore, accendete tutti quanti vi avvicinano. Oh! mie care, quanto è poco amato Gesù! Dio vi benedica tutte con la destra e con la sinistra, e vi tenga sempre strette al suo seno”.
“Avanti, avanti allegre, dietro a Gesù per la via del Calvario… Voi amate tanto Gesù, e siccome non si può amare Gesù se non si ama insieme la sua croce, amate il patire e tenetevi care, come preziosi tesori, tutte le occasioni che Dio vi manda di potere patire qualche cosa e sacrificate volentieri voi stesse per Lui, in vantaggio del prossimo, per amore suo”.

Teresa Carboni


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