Avvento 2018 – III settimana

Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino

16 dicembre
Rallegrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme! Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo nemico. Re d’Israele è il Signore in mezzo a te, tu non temerai più alcuna sventura. (Sof 3, 14-15)
È una doppia gioia, quella a cui è chiamata Gerusalemme che si scopre perdonata, “Il Signore ha revocato la tua condanna”, e può sperimentare la misericordia e la bontà del Signore; ma anche quella che nasce dalla presenza del Signore che “è in mezzo a te” e che per noi è Cristo, il Dio presente in forma umana in mezzo a noi, venuto per redimerci dal peccato e aprirci le porte del Regno. (Suor Maria Pia Gudici)
Signore, fammi respirare questa verità, fammi vivere e gioire di questo Mistero senza fondo di una Amore sempre nuovo che rinnova e vivifica la mia storia. (Suor Maria Pia Giudici)

17 dicembre
Non sarà tolto lo scettro da Giuda né il bastone del comando tra i suoi piedi, finché verrà colui al quale esso appartiene e a cui è dovuta l’obbedienza dei popoli (Gn 49, 10)
Il Messia nascerà dalla stirpe di Giuda: una precisazione storica che ci dice come siamo dentro il mistero della “elezione” divina. Tutti i dodici sono figli, ma uno è l’Eletto, il Cristo, parola che vuol dire “Unto”, cioè scelto ed eletto. Tutte le tribù di Israele si inchineranno a Giuda, perché da Giuda appunto nascerà il re Davide. Lo scettro del comando non si allontanerà finché non arriverà colui al quale appartiene: Cristo Re. (P. Antonio Rungi)
Signore Gesù, Figlio dell’uomo che tornerai a chiudere la storia umana… dona alla Chiesa lo Spirito perché annunci con forza e dolcezza che tu sei il salvatore di tutti gli uomini, rendici solidali con l’umanità intera nella ricerca del bene di tutti i popoli e fa’ che i nostri gesti di servizio siano un modo concreto di manifestare la forza del Vangelo che trasforma la vita quotidiana. (Preghiera, da laChiesa.it)

18 dicembre
«Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti, il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. (Mt 1, 20-24)
Giuseppe si inserisce silenziosamente ma fattivamente nell’opera della redenzione. S. Giuseppe non ha pretese, è l’uomo che compare, si potrebbe quasi dire, per sbaglio, nel mistero della Immacolata, del Verbo che si incarna, della redenzione, e quindi scompare senza rumore. Saremmo tentati di chiamarla una figura di secondo piano, ma come potremmo dirlo quando sappiamo che tuta la realtà della Famiglia sacra è fondata su questo uomo semplice, su questo figlio della Chiesa dei poveri? (Guglielmo Giaquinta)
Giuseppe ci conceda la virtù dell’umiltà, nel nostro sforzo per attuare la dialettica del massimo, la rivoluzione dell’amore, l’utopia dei santi. (Guglielmo Giaquinta)

19 dicembre
«Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». (Lc 1, 13-17)
La nascita di San Giovanni Battista è l’evento che illumina la vita dei suoi genitori Elisabetta e Zaccaria, e coinvolge nella gioia e nello stupore i parenti e i vicini. Questi anziani genitori ormai non l’aspettavano più: si sentivano esclusi, umiliati, delusi: non avevano figli. Di fronte all’annuncio della nascita di un figlio Zaccaria era rimasto incredulo, perché le leggi naturali non lo consentivano: erano vecchi, erano anziani; di conseguenza il Signore lo rese muto per tutto il tempo della gestazione. (…) Ma quando l’evento si compie, Elisabetta e Zaccaria sperimentano che «nulla è impossibile a Dio» e grande è la loro gioia. (…) E questo bambino sarà araldo, testimone della grazia di Dio per i poveri che aspettano con umile fede la sua salvezza. (Papa Francesco – Angelus, 24 giugno 2018)
Benedetto il Signore Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi una salvezza potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva promesso
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:
salvezza dai nostri nemici
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati,
grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio,
per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge,
per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre
e nell’ombra della morte
e dirigere i nostri passi sulla via della pace. (Lc 1,68-79)

20 dicembre
Maria disse allora all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». (Lc 1, 34-38)
Adamo ed Eva si nascondono al richiamo di Dio. Maria invece c’è: “Eccomi”. Non ha paura di mostrarsi a Dio, con la sua fragilità di donna, con le sue paure. Adamo ed Eva si accusano a vicenda, Maria accoglie con umiltà, anche se con comprensibile timore, la proposta di Dio. Si mette in gioco nella relazione. Mette in gioco la sua relazione con Giuseppe. Maria si concepisce come “serva”: Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga con me quello che hai detto. Basterebbe questo canto per dire tutto il coraggio di Maria: dal “sì” all’’nnuncio, fino al tragico “sì” ai piedi della croce. (Mons. A. Riboldi)
Piccola vergine di Nazareth, cosa sai tu della vita, della promessa antica ripetuta dai vecchi patriarchi, che vibra ancora soffusa di speranza e di dolore negli uomini che vivono il tuo tempo? L’Angelo ti sorride e tu lo guardi smarrita e titubante, per le cose assai grandi che troppo sopravanzano il tuo cuore. L’ombra dello Spirito ti coprirà, Immacolata, e sarai tempio e talamo del figlio di Dio onnipotente, diventerai regina prescelta dal tuo Creatore e madre del re d’Israele. (Guglielmo Giaquinta)

21 dicembre
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». (Lc 1, 41-45)
E l’Angelo si partì da lei. Ma nel suo cuore una luce si accese, una fiamma vibrava con l’intimo bisogno di gridare ai fratelli: amore. Ti ascoltò Elisabetta, e poi Giuseppe e quanti, attratti dal divino, vennero a respirarlo alla tua fonte. (Guglielmo Giaquinta)

22 dicembre
Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino.
«L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». (Lc 1, 46-55)
Dio è sempre dalla parte degli ultimi e il suo progetto è spesso nascosto sotto il terreno opaco delle vicende umane, che vedono trionfare i superbi, i potenti e i ricchi. L’anima della preghiera è la lode, il ringraziamento, la gioia riconoscente di Maria; il Signore della storia si schiera dalla parte degli ultimi, la sua forza segreta mostra chi sono i veri eletti di Dio: coloro che lo temono fedeli alla sua parola, gli umili, gli affamati, i puri e semplici di cuore. (Papa Benedetto XVI – Udienza Generale, 15 febbraio 2006)
A te o Maria la nostra voce di figli. Prega per noi Madre di Dio; prega per noi divisi dall’odio o dall’interesse, chiusi nell’egoismo o nell’ambizione, ammalati di inespugnabile solitudine. Prega per noi, anche se spesso non ricorriamo a te, e aiutaci a riconoscerci fratelli, non nel solo dolore o nella morte ma nel caldo del tuo cuore di Madre. (Guglielmo Giaquinta)


sussidio preparato da Mariella e Giorgio Bersani

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