Cammino del mese – Quarta settimana

Questo itinerario può essere utilizzato in preparazione alla celebrazione della Giornata della Santificazione Universale o anche può essere proposto a chi vi partecipa come un sussidio che concretizza e accompagna la continuità dell’evento (mese della santità)


La santità è chiamata personale e universale. La santità non passa mai di moda perché è via, percorso, meta sognata da Dio per ogni uomo. La santità è Parola di Dio “sempre viva ed efficace”. La santità va vissuta e annunciata: Non pensiamo alle “folle” da convertire ma avviciniamo le persone (in famiglia, a lavoro, nei luoghi che frequentiamo) e diventiamo voce, testimonianza, e… UNO+UNO diventeremo popolo che accoglie la chiamata di Dio, si lascia coinvolgere dalla santità e contagia tutti perché è realtà amata, fatta propria, trasmessa nella semplicità e nella gioia, con la coerenza di una vita che abbraccia e segue il progetto del Padre rivelatoci da Gesù.

ANNUNCIARE CON LA VITA

L’apostolato è immettere nell’esperienza del divino***.

Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga. (Gv 15, 16)

Il beato Paolo VI menzionava tra gli ostacoli dell’evangelizzazione la carenza di parresia: «la mancanza di fervore, tanto più grave perché nasce dal di dentro». Quante volte ci sentiamo strattonati per fermarci sulla comoda riva! Ma il Signore ci chiama a navigare al largo e a gettare le reti in acque più profonde (cfr Lc 5, 4). Ci invita a spendere la nostra vita al suo servizio. Aggrappati a Lui abbiamo il coraggio di mettere tutti i nostri carismi al servizio degli altri. Potessimo sentirci spinti dal suo amore (cfr 2Cor 5, 14) e dire con san Paolo: «Guai a me se non annuncio il Vangelo!» (1Cor 9, 16). (Gaudete et exsultate, 130)

Non è nel legare a noi le persone che facciamo apostolato perché non siamo noi che salviamo. Quando una creatura sente il desiderio di Dio e lo dimostra esternamente vuol dire che il Signore ha già lavorato dentro di lei; noi possiamo soltanto accompagnare questa azione di Dio aiutandola a prenderne coscienza. Lo Spirito lavora nelle anime, noi dobbiamo solo aiutarle perché facciano esperienza del divino. Ma in che modo? Innanzitutto con la parola messaggio; S. Paolo diceva «Guai a me se non avrò evangelizzato». Noi dovremmo sentire l’ansia di evangelizzare. Certo bisogna prepararsi per il rispetto che la Parola richiede, ma poi bisogna essere capaci di buttarsi con coraggio, direi con audacia***.

Mettiamo a servizio i doni che il Signore ci ha regalato,
testimoniamo l’Amore incontrato e diciamo ai fratelli che c’è un Dio
vicino all’uomo e che ha un sogno: la nostra santità.


Sussidio preparato da Maria Francesca Ragusa


*** G. Giaquinta – L’esperienza

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