Testimone di luce

editoriale

Tempo di Quaresima e tempo di Pasqua. Tempo di fraternità? Certamente un tempo in cui si celebra la vita, ma sarebbe inutile celebrarla senza comprendere l’incidenza sociale che l’evento della Risurrezione ha portato nella storia dell’umanità e avrebbe ancor meno senso se non cambiasse la vita di ogni cristiano.
Se il Risorto ci dona di essere figli, e dunque fratelli, questa fraternità non è una astratta conseguenza filosofica di misteri teologici. Il Servo di Dio Guglielmo Giaquinta osserva: “rendiamoci conto che solo trasformando la fraternità da ‘utopia astratta’ in ‘utopia operativa’, capace cioè di animare le nostre azioni di ogni giorno, potremo camminare realmente e concretamente verso un mondo nuovo”.
Il Movimento Pro Sanctitate, che dedica questi mesi di marzo e aprile al recupero della dimensione del tempo, essenziale per una nuova cultura della fraternità, ci sottopone le parole, come sempre dirette ed esplicite, del Santo Padre Francesco: “L’amore è sempre concreto. Chi non è concreto e parla dell’amore fa una telenovela, un teleromanzo. Volete vivere questo amore che Lui ci dona? Volete o non volete?”.
Osserviamo il santo di cui parliamo per il mese di marzo – e che santo! – in cui Padre Guglielmo vede l’esempio perfetto di quella “santità ordinaria” cui siamo chiamati: “andare in Egitto con una donna e un bambino senza lavoro, senza niente? Basta immaginare un istante la situazione di difficoltà economica in cui questo pover’uomo si sarà trovato”.
Insomma, “saper diventare noi, nel nome di Gesù, carne e sangue dei fratelli”; se mai lo abbiamo fatto, smettiamo di praticare una specie di dualismo secondo il quale da una parte ci sarebbe la dimensione di fede e di salvezza individuale e dall’altra semplicemente l’azione spoglia di qualunque significato, l’opposto della mistica: la beata Dina ci offre una sua percorribile strada usando i concetti più astratti, ma estremamente precisi, come per esempio quello della “sostituzione”, fondamentale nella sua “teologia vissuta” per tradurre con il massimo realismo l’affermazione di Paolo: “Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me” (Gal 2, 20).
La persona del Risorto porta in sé una serie di valori morali, sociali, culturali e ovviamente religiosi per i quali il Cristo è giunto fino alla morte: ad ogni battezzato la missione di esserne testimoni coerenti in qualsiasi ambito esistenziale.
Tempo di Quaresima, tempo di Pasqua, tempo di conversione alla fraternità. il suo è un amore che libera, che salva dai morsi dell’egoismo e dell’orgoglio… il suo amore rende fratelli e capaci di vivere in fraternità. Ci proverai anche tu a vivere l’amore fraterno?
Allora alzati, creatura amata fino al dono del Figlio Unigenito.
Risplendi della luce del Risorto che morendo ha crocifisso le tue paure, le ferite, il male.
Alzati fratello è fai risplendere della tua fede in Cristo Gesù tutta la tua vita…
…sii testimone del Risorto, luce di onestà, affidabilità, professionalità nel tuo lavoro, fraternità con i tuoi colleghi.
…sii testimone del Risorto, luce di legalità, pagando le tasse nella loro interezza, gli stipendi dovuti ai tuoi dipendenti, alle signore che ‘badano’ ai nostri nonnini, il biglietto sull’autobus.
…sii testimone del Risorto, luce di onestà, accogliendo ogni uomo, di qualsiasi provenienza e cultura.
…sii testimone del Risorto, luce di umanità, difendendo la vita dal suo concepimento fino alla fine, capace di alzare scudi difensivi di fronte a qualsiasi forma di violenza contro donne e bambini.
…sii testimone del Risorto, luce del focolare domestico, che educa i figli al rispetto e alla dignità della persona, all’Amore vero.
…sii testimone del Risorto, luce di fraternità, per riscoprire il senso del tempo lento delle relazioni, il senso dell’esserci, il senso dello stare accanto ai fratelli.

Buona Pasqua!

Stefania Castelli

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