Teresa Gardi – Venerabile

I santi ci sono ancora

I santi ci sono ancora: è il titolo di questa sezione della rubrica ‘Testimoni di santità’. Presenta l’esperienza di fratelli e sorelle che hanno detto SI a Cristo, hanno lasciato agire lo Spirito e hanno sperimentato la tenerezza del Padre. Creature che hanno lasciato nei solchi della storia una impronta luminosa e ricca di amore, hanno contribuito con la vita, e a volte con il martirio, ad edificare una società più fraterna. Non parliamo di coloro che la Chiesa ha già riconosciuto come ‘beati’ o ‘santi’, ma di coloro che – forse accanto a noi – hanno dato testimonianza di carità vera e sono posti all’attenzione perché possono indicarci con il loro esempio come seguire Cristo, come spendere la vita e portare frutti buoni.

 

Iniziamo con le parole che padre Montorsi, postulatore della Causa, ha pronunciato circa Teresa Gardi, terziaria francescana di Imola: «Potremmo pensare che si tratti di una bella figura del passato che ai nostri giorni non abbia nulla da dire. Dobbiamo però con piacere riconoscere che si tratta di una figura molto attuale e certamente per questo Dio ha voluto che fosse conosciuta ora, dopo tanto tempo. Infatti aiuta gli uomini a comprendere, tra le altre cose, che tutti sono chiamati alla santità, ad essere fedeli agli impegni del quotidiano, a comprendere l’importanza di operare senza ostentazione, a scoprire il valore salvifico della sofferenza».

È solo del 22 gennaio del 2015 infatti il decreto di papa Francesco che dichiara Teresa Venerabile, mentre la sua vita è trascorsa tra il 12 ottobre 1769 e il 1° gennaio 1837.

Nel 1782 perde la mamma e nel 1790 il papà; da quel momento sarà lei a curare la casa e la crescita dei suoi fratelli e sorelle più piccoli. Molte prove hanno accompagnato quegli anni in cui si manifestava anche la debolezza della sua salute; nonostante ciò Teresa ha sempre dedicato la sua attenzione ai malati, ha vissuto con fedeltà la partecipazione alle celebrazioni in chiesa, ha custodito con fermezza le sue virtù.

Nel 1801 a 32 anni entra nell’Ordine Francescano come Terziaria Secolare e il 15 ottobre 1802 fa la professione. Il Signore purifica interiormente Teresa e la prepara perché nel 1804 inizia per lei un periodo intenso di amore profondo per Dio, di estasi e visioni, di partecipazione dolorosa alla Passione soprattutto dopo la Comunione eucaristica e durante la Via Crucis quotidiana.

Fino a che il 25 luglio 1804 riceve il dono delle stimmate sulle mani, sui piedi e sul costato.

Ma Teresa era preoccupata solo di una cosa: fare in modo che nessuno si accorgesse dei suoi dolori, per poterli offrire con maggiore frutto al Signore e lui la esaudisce perché in realtà lei soffre quando è sola, lontano dagli occhi degli altri.

In un momento come quello che viviamo, mentre spesso anche nella vita di fede emerge ciò che è straordinario e sembra che anche la vita cristiana debba essere costellata di fenomeni non naturali, sembra stupirci la ricerca di nascondimento di questa nostra testimone. Nascondimento: una parola un po’ desueta forse, ma tanto preziosa per rivelare l’intimo di una persona … un atteggiamento che ci invita all’imitazione, per essere sempre più veri davanti a Dio, liberi dal giudizio di chi ci circonda, pronti a risplendere solo della Luce dell’Altissimo.

È grazie al suo padre spirituale, il frate minore osservante Carlo Francesco Zanini da Bologna, che l’ha seguita dal 1800 fino alla morte, che conosciamo la vita intima di Teresa, da lui trascritta nel “Diario della vita e visioni della serva di Dio Teresa Gardi”, e anche grazie a Maddalena Gottarelli che nel 1893 riceve in sogno dalla nostra venerabile precise indicazioni per il ritrovamento del testo manoscritto redatto dal padre, pubblicato poi nel 1913.

La vita terrena di Teresa, nascosta nella santità quotidiana, si conclude a sessantasette anni mentre viene già salutata come ‘santa’ e sepolta con una epigrafe significativa, approvata dal vescovo di allora il cardinale Giovanni Mastai Ferretti, poi papa Pio IX oggi beato.

Teresa Gardi mette in crisi il nostro rapporto con il dolore. Lei che è stata resa partecipe della passione in maniera dolorosissima l’ha vissuta non solo nel corpo ma anche nello spirito, attraverso prove interiori, tentazioni contro la fede, la speranza e soprattutto contro la castità. La “notte dello spirito” è stata per lei una autentica agonia e l’offerta della aridità del cuore l’ha resa sorella di molti. Nel 1785 in un incontro in visione la Vergine addolorata le ha chiesto di associarsi alla Passione di Gesù e lei ha risposto il suo ‘eccomi’. Quante occasioni di vita chiedono anche a noi di unirci all’amore redentivo di Cristo a favore dei nostri fratelli! Sì, l’amore, solo l’amore può sostenere l’offerta del dolore, solo l’amore lo trasforma in vita nuova. Così ha fatto Teresa, così ha fatto Gesù.

Teresa Carboni

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