Misteri Dolorosi

Rosario meditato - luglio 2015

Con la preghiera di questo Rosario, attraverso la meditazione dei misteri che più avvicinano ai momenti cruciali di donazione totale e di sofferenza di Gesù, nell’anno della Vita consacrata, ci rivolgiamo a Maria con un particolare sguardo di attenzione e intercessione per il cammino di santità di ogni consacrato.

1. Gesù nel Getsemani
In preda all’angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. (Lc 22, 44)

Cristo aveva un cuore umano, una sensibilità, una capacità di amare, di soffrire, di avere paura, perché era un uomo come noi; anche se unito ipostaticamente al Verbo di Dio, aveva assunto realmente la nostra natura umana, quindi sentiva tutta la ripugnanza della natura umana alla sofferenza, alla umiliazione, al disprezzo. *

A te Maria affidiamo tutti i consacrati: meditando l’agonia di Cristo nel Getsemani, attingano il coraggio di vivere su di sé ogni solitudine e farsi prossimi di chi soffre.

2. Gesù è flagellato
Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. (Gv 19, 1)

Cristo non elimina il dolore, lo santifica accettandolo; dà un significato, attraverso la croce, a quel tragico problema che è costituito dalla sofferenza e dalla morte. Dopo di Lui queste hanno un significato non solo di espiazione ma soprattutto di amore. *

A te Maria affidiamo coloro che si consacrano nella vita contemplativa, perché siano segno di luce e strumento di offerta per una umanità che fa fatica ad accogliere il dolore come via di santificazione.

3. Gesù è coronato di spine
Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!». (Gv 19, 5)

Il suo scettro è giustizia. Il prezzo della giustizia è sofferenza in questo mondo: lui non regna tramite la violenza, ma tramite l’amore che soffre per noi e con noi. Egli porta la croce su di sé, la nostra croce, il peso dell’essere uomini, il peso del mondo. È così che egli ci precede e ci mostra come trovare la via per la vita eterna. (Benedetto XVI)

A te Maria affidiamo i consacrati che rivestono ruoli di autorità nella Chiesa, perché si lascino condurre docilmente dal modo di regnare di Cristo, per realizzare in se stessi e in chi viene loro affidato la “piena umanità”.

4. Gesù è caricato della croce
Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. (Lc 9, 23)

Perdere se stessi come ha fatto Cristo fino a morire sulla croce: così deve fare chi si consacra, per amore di Lui e dei fratelli. Non si tratta però di una espropriazione negativa ma di una donazione che è esclusivizzazione a favore dei fratelli, per poter dare loro l’amore di Cristo. *

La contemplazione di Cristo caricato della croce ci ricordi che per ogni “chiamata” è pronta una grazia dal cielo, da vivere per la propria santità e quella dei fratelli. Madre accogliente e generosa, prega per noi.

5. Gesù muore in croce
E, chinato il capo, spirò. (Gv 19, 30)

Se ci debbono essere persone capaci di comprendere un linguaggio di coraggio e di speranza in un domani difficile, queste sono i consacrati. La vita è veramente un impegno e quando il Signore chiama, in alcuni momenti storici, ad essere coerenti, non basta parlare, non basta dire parole di amore, ma è necessario saper sottoscrivere queste parole anche con il proprio sangue. *

A te Maria affidiamo ogni giovane in ricerca vocazionale: Cristo Crocifisso dilati il cuore di tutti coloro che lo seguono, renda la loro vita come quella del chicco di grano, doni frutti abbondanti di conversione e  santità.

 

* dagli Scritti di Guglielmo Giaquinta

sussidio a cura di Mirella Scalia

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