Essere creature che vivono la Parola

FORMAZIONE - Centro di ascolto della Parola di Dio con la proposta del Vangelo Esplosivo

Dobbiamo essere creature che vivono la parola, non semplicemente persone che l’ascoltano o la ripetono senza viverla. La parola in primo luogo va vissuta… Dio ci liberi dall’essere artisti della parola, parola detta o parola scritta, che non sia parola vissuta. Dobbiamo, questa parola, tradurla, presentarla con la vita, con l’esempio, in tanti modi. (Guglielmo Giaquinta omelia 1-9-1985)

Invocazione allo Spirito Santo

Vieni Spirito Santo, vieni e facci comprendere l’amore di Gesù per noi.

Donaci il desiderio di pregare con il cuore e con la mente, attenti alle parole che pronunciamo.

Facci vivere con lo sguardo rivolto al Cielo, in cammino con la forza della Parola,

forti nel combattere i nostri limiti e coraggiosi nell’intraprendere la via della santità.

Introduzione al Vangelo Esplosivo

(cfr indicazioni per l’animatore)

Ascolto della Parola di Dio

Dalla seconda lettera di S. Paolo Apostolo a Timoteo (2 Tim 1, 6-14)

Ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di Centro di ascolto della Parola di Dio carità e di prudenza. Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo.

Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia. Questa ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità, ma è stata rivelata ora, con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’incorruttibilità per mezzo del Vangelo, per il quale io sono stato costituito messaggero, apostolo e maestro.

È questa la causa dei mali che soffro, ma non me ne vergogno: so infatti in chi ho posto la mia fede e sono convinto che egli è capace di custodire fino a quel giorno ciò che mi è stato affidato. Prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l’amore, che sono in Cristo Gesù. Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato.

Vangelo: Mt 5, 13-16

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

Sguardo d’amore

Dio è luce: una delle più belle definizioni di Dio (1Giovanni 1, 5). Ma il Vangelo oggi rilancia: anche voi siete luce. Una delle più belle definizioni dell’uomo. E non dice: voi dovete essere, sforzatevi di diventare, ma voi siete già luce. La luce non è un dovere ma il frutto naturale in chi ha respirato Dio. La Parola mi assicura che in qualche modo misterioso e grande, grande ed emozionante, noi tutti, con Dio in cuore, siamo luce da luce, proprio come proclamiamo di Gesù nella professione di fede: Dio da Dio, luce da luce. Io non sono né luce né sale, lo so bene, per lunga esperienza. Eppure il Vangelo parla di me a me, e dice: non fermarti alla superficie, al ruvido dell’argilla, cerca in profondità, verso la cella segreta del cuore; là, al centro di te, troverai una lucerna accesa, una manciata di sale, un Centro di ascolto della Parola di Dio istinto di vita che penetra le scelte, si oppone al degrado delle cose, e rilancia ciò che merita futuro. (Ermes Ronchi)

INDICHIAMO CIASCUNO BREVEMENTE, COME CI HA RAGGIUNTI, IN QUESTO VANGELO E NELLA LETTERA DI PAOLO, L’AMORE DI GESÙ, ATTRAVERSO UNA PICCOLA FRASE O UN VERSETTO DEL BRANO.

Parola di giudizio

L’incontro personale con Cristo illumina di luce nuova la vita, ci incammina sulla buona strada e ci impegna ad essere suoi testimoni. Il nuovo modo, che da Lui ci viene, di guardare al mondo e alle persone ci fa penetrare più profondamente nel mistero della fede, che non è solo un insieme di enunciati teorici da accogliere e ratificare con l’intelligenza, ma un’esperienza da assimilare, una verità da vivere, il sale e la luce di tutta la realtà (cfr Veritatis splendor, 88).

Come il sale dà sapore al cibo e la luce illumina le tenebre, così la santità dà senso pieno alla vita, rendendola riflesso della gloria di Dio.

INDIVIDUIAMO E CONDIVIDIAMO LE CONTRADDIZIONI E LE MANCANZE D’AMORE NELLA NOSTRA VITA PERSONALE, COMUNITARIA E SOCIALE RISPETTO ALLA PAROLA ASCOLTATA.

Indicazione profetica

L’ascolto del Vangelo non ti porta semplicemente a concludere: “Che bello! Interessante!”. Ma: “Come non essere più quello di prima? Come far esplodere di novità questa parola nella mia vita?”

Una comunità cristiana nasce, rinasce, si sviluppa nella misura in cui si lascia afferrare e plasmare ogni volta dalla parola di Dio. (Mons. Ilvo Corniglia)

Quali possibili impegni possiamo prendere nel rapporto con le persone che fanno parte della nostra famiglia, del nostro gruppo di amici, della nostra comunità parrocchiale o della realtà ecclesiale di cui facciamo parte?

TROVIAMO INSIEME LINEE DI CONVERSIONE E DI AZIONE APOSTOLICA PERSONALE E DI GRUPPO

Preghiera finale

Gesù

il tuo pensiero ci illumini, la tua parola ci guidi

i tuoi occhi ci seguano, i tuoi orecchi ci ascoltino

le tue braccia allargate sulla croce ci aprano all’amore universale.

I tuoi piedi crocifissi ci spingano a donarci senza misura di stanchezza ai fratelli.

Il tuo cuore aperto sia per noi una fonte di grazia nel cammino

e luogo di riposo nella stanchezza. Amen. (G. Giaquinta)


Per l’animatore e per l’approfondimento

La proposta comunitaria del Vangelo Esplosivo

Con il termine ‘Vangelo esplosivo’, il Servo di Dio Guglielmo Giaquinta indica una metodologia specifica del Movimento Pro Sanctitate per la meditazione, l’interiorizzazione e l’incarnazione del Nuovo Testamento. La meta da raggiungere è proprio quella della esplosione nella vita personale e comunitaria del Vangelo, Parola capace di rivoluzionare il nostro modo di sentire, pensare, vivere la fede, immersi nella realtà in cui Dio ci ha posto.

Desideriamo che, in opposizione all’esplosione dell’odio e delle passioni, il Vangelo diventi una sconvolgente carica d’amore capace di frantumare la nostra ostinata mediocrità. (Guglielmo Giaquinta)

Si divide in tre momenti:

1) Sguardo d’amore

È il momento meditativo-contemplativo del testo. La Parola viene meditata e contemplata, per poterne cogliere l’amore massimalista che Cristo, attraverso di essa, dona. Guardiamo con amore la Parola e la Parola ci ‘guarda’ con amore, ci dice l’amore infinito di Gesù per noi.

2) Parola di giudizio

È il momento del confronto con la Parola. Essa non rivela soltanto l’amore infinito di Gesù, ma illumina anche ciò che nella vita personale, comunitaria, sociale, è in contraddizione con essa. Il giudizio indica la capacità, attraverso il brano approfondito, di riconoscere le nostre contraddizioni e negazioni del messaggio di Gesù, e quindi del suo amore.

3) Indicazione profetica

È il momento dell’impegno che si è chiamati a prendere. Divenire profeti perché il Vangelo ha rivoluzionato la nostra vita, trovare insieme linee di conversione e di azione apostolica personale e di gruppo. Così il Vangelo può diventare vita.

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Voi siete la luce, non io o tu, ma voi. Quando un io e un tu s’incontrano generando un noi, quando due sulla terra si amano, nel noi della famiglia dove ci si vuol bene, nella comunità accogliente, nel gruppo solidale è conservato senso e sale del vivere. Come mettere la lampada sul candelabro? Isaia suggerisce: spezza il tuo pane, introduci in casa lo straniero, vesti chi è nudo, non distogliere gli occhi dalla tua gente… Allora la tua luce sorgerà come l’aurora (Isaia 58, 10). Tutto un incalzare di azioni: non restare curvo sulle tue storie e sulle tue sconfitte, ma occupati della città e della tua gente, illumina altri e ti illuminerai, guarisci altri e guarirà la tua vita.

Il sale dà sapore: Io non ho voluto sapere nient’altro che Cristo crocifisso (1Corinzi 2, 1-5). «Sapere» è molto più che «conoscere»: è avere il sapore di Cristo. E accade quando Cristo, come sale, è disciolto dentro di me; quando, come pane, penetra in tutte le fibre della vita e diventa mia parola, mio gesto, mio cuore. Il sale conserva. Gesù non dice «voi siete il miele del mondo», un generico buonismo che rende tutto accettabile, ma il sale, qualcosa che è una forza. (Ermes Ronchi)

Se il nostro cuore è pieno dell’amore di Dio e dell’amore del prossimo, di generosità, di grandi disegni apostolici, queste cose noi le daremo. (Guglielmo Giaquinta)

  
 Sussidio preparato da Mirella Scalia

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