“Dite agli smarriti di cuore: Coraggio! Non temete…”

In questo numero che riepiloga gli ultimi mesi dell’anno, novembre e dicembre 2013, la liturgia ci aiuta a concludere l’anno liturgico con la solennità di Cristo Re dell’Universo e ci apre al nuovo anno liturgico che inizia con l’Avvento. La ricchezza degli eventi la scopriamo attraverso la liturgia domenicale che ci guida e accompagna i nostri passi verso il mistero di un Dio che si è fatto uomo per rendere tutti noi partecipi della sua vita e avvicinarci a Lui.

La prima festa del mese è la Solennità di Tutti i Santi che si celebra il primo novembre e per il Movimento Pro Sanctitate in questo mese ha una connotazione tutta speciale: inizia l’anno centenario della nascita del fondatore, mons. Guglielmo Giaquinta, che ha narrato Dio con la sua vita di sacerdote e vescovo e ha lasciato in eredità a quanti lo hanno incontrato e conosciuto il messaggio della chiamata universale alla santità. In questo numero viene presentato un itinerario che ci aiuta a scoprire il significato di questa chiamata perché sia una chiara meta per la nostra vita quotidiana. La festa di Tutti i Santi sottolinea l’insegnamento delle beatitudini, che propongono a ciascuno un cambiamento di vita rivoluzionario, purché ci lasciamo guidare dalla logica dell’amore proposta dal Figlio di Dio, fatto uomo, e questo ci aiuta a vivere la chiamata alla santità nella vita ordinaria.

Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli (Mt 5, 12). Questa parola è la chiave di lettura per vivere con intensità questo tempo: quanto siamo capaci di rallegrarci ed esultare? Quanto nella nostra vita quotidiana siamo capaci di testimoniare questi sentimenti?

Il santo di questo mese, Giovanni Calabria, esortava i suoi “Dobbiamo ammetterlo: c’è troppa dissonanza fra ciò che il Vangelo insegna e ciò che da noi si pratica. Dobbiamo togliere questo contrasto”.

Nella parola del Papa vengono proposti i Dieci Comandamenti quali indicazioni di libertà, contenuti nel messaggio dell’8 giugno 2013. Il Santo Padre nell’udienza del 18 settembre 2013 riprende questo tema : “Pensiamo ai Dieci Comandamenti: ci indicano una strada da percorrere per maturare, per avere dei punti fermi nel nostro modo di comportarci. E sono frutto della tenerezza, dell’amore stesso di Dio che ce li ha donati. Voi potrete dirmi: ma sono dei comandi! Sono un insieme di “no”! Io vorrei invitarvi a leggerli – forse li avete un po’ dimenticati – e poi di pensarli in positivo…ci invitano a non farci idoli materiali che poi ci rendono schiavi, a ricordarci di Dio, ad avere rispetto per i genitori, ad essere onesti, a rispettare l’altro…provate a vederli così e a considerarli come se fossero le parole, gli insegnamenti che dà la mamma per andare bene nella vita. Una mamma non insegna mai ciò che è male, vuole solo il bene dei figli, e così fa la Chiesa”.

Il Santo Padre Francesco in questi mesi di predicazione indirizza la sua Chiesa a rivolgersi alle periferie, agli emarginati e a coloro che si dichiarano non credenti, ai quali propone di percorrere un tratto di strada insieme. Il nostro cuore è pieno di stupore e di gioia nell’udire questi insegnamenti che sono capaci di pervadere ogni ambiente, che suscitano una attenta riflessione sul nostro essere cristiani in questo tempo e non possono rimanere solo parole: vanno applicate nella vita di ogni giorno, nelle nostre comunità e nei nostri ambienti di vita.

In un articolo scritto da Enzo Bianchi, pubblicato su Repubblica del 16 settembre 2013 (La ricerca della verità) si legge: “Il cristiano sa che ogni essere umano è immagine e somiglianza di Dio, quindi capace di avere in sé il senso del bene e del male, capace di accogliere la luce e di combattere le tenebre. Gesù di Nazareth per i cristiani è il racconto di Dio narrato nella sua vita umana”.

Quante riflessioni sono scaturite dal semplice invito di Papa Francesco di “percorrere un tratto di strada insieme”! Anche noi vogliamo accogliere questo invito per andare nelle strade della vita quotidiana e irrobustire “le mani fiacche, rendere salde le ginocchia vacillanti” e dire “agli smarriti di cuore: Coraggio! Non temete” (Is 35, 1).

È lo stesso invito che l’angelo rivolge a Maria “non temere Maria, perché hai trovato grazia presso Dio” e Lei ha saputo rispondere con il suo si, mettendosi in viaggio verso la montagna e raggiungere in fretta una città di Giuda…per annunciare Gesù e cantare il suo “magnificat”.

Ed è l’invito che ancora oggi rivolge a noi tutti di testimoniare la gioia della fede con parole e gesti quotidiani: in famiglia, a lavoro, nelle comunità parrocchiali e nei luoghi dove il Signore ha pensato la nostra storia!

Loretta Angelini

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