San Pasquale Baylón (1540-1592)

Il santo del mese - maggio 2013 - 17 maggio

Come alla vita del corpo con la nascita e la crescita occorre anche l’alimento per conservarsi in vita, così per la vita spirituale è necessario il Battesimo, che è la rigenerazione spirituale, la Cresima, che è la crescita spirituale, ed è anche necessario il sacramento dell’Eucaristia, che è l’alimento spirituale. L’Eucaristia è il sommo dono dello Spirito Santo che rende presente e operante non solo la grazia di Cristo ma Cristo stesso che è Dio consustanziale al Padre e allo Spirito Santo. Il culto eucaristico è perciò il più coerente atto di culto allo Spirito Santo. Non è un caso che i santi più popolarmente noti per aver ricevuto dallo Spirito particolari carismi come il dono dei miracoli, delle guarigioni (fisica e spirituale), la scrutazione dei cuori e la profezia, siano stati degli appassionati amanti di Gesù Eucaristia: culmine e fonte della vita spirituale.

Tra i santi insigni per carismi pentecostali ricordiamo Pascual Baylón, nato a Torrehermosa (Aragona) la domenica di Pentecoste (in spagnolo Pascua de Pentecostès, da cui il suo nome di Battesimo, Pascual ); di umili origini, sin da piccolo si occupa di portare le greggi al pascolo. Si procura libri di preghiera sui quali impara a leggere da autodidatta; contempla le meraviglie del creato ed esorta i compagni a fuggire il peccato. Sul proprio bastone scolpisce l’immagine della Vergine sormontata da un’ostia per avere sempre sotto lo sguardo il duplice oggetto del suo amore; mentre si trova al pascolo si inginocchia e prega davanti a quella immagine come se si trovasse in chiesa. A 18 anni si reca a Montfort (Valencia), al convento di S. Maria di Loreto, e chiede di abbracciare la severa regola francescana riformata da S. Pietro d’Alcantara, ma non viene accolto. Tuttavia non si perde d’animo, accetta il rifiuto come una prova disposta da Dio per la propria purificazione e santificazione. Trova lavoro presso un possidente del luogo, andando alla messa domenicale nella chiesa dei frati e mettendosi sotto la loro direzione spirituale. Trascorsi due anni, dopo aver rifiutato di diventare l’erede del suo ricco datore di lavoro, i francescani non esitano ad aprirgli le porte del noviziato. Il 2 febbraio del 1565 fa la solenne professione religiosa come fratello laico non sentendosi degno del sacerdozio. Mette al centro della sua vita Gesù Eucaristia e una tenera devozione all’Immacolata, santificandosi nell’adempimento dei lavori più umili. Quando esce per la questua, tutti lo attendono con gioia chiedendogli preghiere, benedizione, consigli e parole di sollievo nelle loro tribolazioni. Svolge l’ufficio di portinaio di vari conventi accogliendo gli ospiti e mendicanti, con rispetto e delicatezza; spesso distribuisce ai poveri tutto il pane ricevuto nella questua subendo le ire degli altri frati, ma poi miracolosamente non scarseggia mai il vitto per i suoi confratelli. Per la sua sapienza spirituale, benché laico, viene scelto come maestro dei novizi e una volta perfino superiore del convento: “Non c’è tutto nei libri, fratello! Credete a me, lo spirito di orazione e di preghiera sarà sempre il gran mezzo per arrivare all’eloquenza, e rendere un discorso fruttuoso”.

Nel 1576 il ministro provinciale gli affida il compito, estremamente pericoloso, di portare documenti importanti al padre generale a Parigi. In Francia viene aggredito e picchiato, rischiando più volte di essere ucciso dai calvinisti, ma con eroica fortezza proclama: “Io credo, e lo affermo altamente, che Gesù, figlio di Dio, è realmente nell’Ostia consacrata, come lo è nella gloria del cielo”. Al suo ritorno compone un libro sull’Eucaristia e sulla difesa del primato del romano Pontefice. Muore nel convento di Villarreal, presso Valencia, il 17 maggio 1592, domenica di Pentecoste, all’età di 52 anni. Proclamato beato nel 1618 da papa Paolo V, canonizzato da Alessandro VIII nel 1690, nel 1897 Leone XIII lo ha proclamato patrono dei Congressi eucaristici.

Dagli scritti

A chiedere ti spinga più la volontà di Dio che vuole donarti, anziché la necessità di chiedere: le preghiere quindi devono essere sempre fatte in vista dei meriti di nostro Signore Gesù Cristo. Esercita quindi la tua anima in continue e intense azioni, desiderando quello che Dio desidera, rimuovendo dalla tua volontà tutto ciò che di bene o guadagno potrebbe a te venire da quella richiesta. Anzi questo chiedi sommamente: che Dio sia cercato sopra ogni altra cosa… Separa il tuo cuore dalle cose di questo mondo; e ricordati che in questo mondo niente altro esiste se non tu e Dio solo. Non allontanare, neppure per breve tempo, il tuo cuore da Dio; i tuoi pensieri siano semplici e umili; sempre sollecita la tua attenzione su te stesso, ed il tuo amor di Dio sopra tutte le cose come profumo che si spande…Quando ricevi qualche dono da Dio offrigli quello che sei con gioia e letizia, umiliando te stesso e disprezzandoti, rinunciando alla tua volontà in modo da poterti dedicare interamente al suo servizio. Rendi molte, anzi infinite grazie, rallegrandoti della potenza e della bontà del Signore, che ti elargisce doni e benefici, per i quali ora gli rendi grazie.

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