“Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo”

(Gen 28, 16) - Viaggiatori sulla terra di Dio

Riportiamo ampi stralci del Messaggio che i Vescovi italiani hanno rivolto ai fedeli per la 12ª Giornata Nazionale per la Custodia del Creato, che si celebra il prossimo 1 settembre. Ci sembra naturale farlo non solo per motivi di calendario – luglio e agosto sono i “mesi delle vacanze” e quindi del turismo, quando si è forse più disponibili ad ascoltare la musica che la bellezza del creato suona alle nostre orecchie – ma anche perché, nel corso dell’anno, abbiamo ripercorso sovente le tracce della Laudato Si’. Il 2017 è stato proclamato dall’Onu Anno internazionale del turismo sostenibile per lo sviluppo, per favorire l’ambiente e le economie in difficoltà.

Certo, talvolta il turismo disegna situazioni drammaticamente contraddittorie nel contrasto tra la povertà di molti e la ricchezza di pochi”. Ma “In tanti altri casi, però, esso giunge a realizzare una positiva crescita in umanità nella convergenza tra la rigenerante contemplazione del bello (naturale e culturale), l’incontro pacificante delle diversità culturali e lo sviluppo economico”.

Riproponiamo in particolare il richiamo alla sobrietà come concetto di base dell’esperienza turistica e quello alla “formazione dello sguardo, perché impari a cogliere ed apprezzare la bellezza, nel creato, fino a scoprirvi un segno di Colui che ce la dona”.

Sulla terra di Dio…

Un’esclamazione, espressiva dello stupore di Giacobbe, che nel corso di un lungo viaggio scopre la terra di Carran come luogo di presenza del Signore: “Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo” (Gen 28, 17). Se il Signore è il Santo, impossibile a confinarsi in ambiti specifici, tuttavia la concretezza della sapienza biblica narra di luoghi in cui Dio sceglie di manifestarsi, di lasciarsi scorgere da occhi aperti alla meraviglia e alla lode. Lo esprime efficacemente papa Francesco, nell’Enciclica Laudato Si’: “Tutto l’universo materiale è un linguaggio dell’amore di Dio, del suo affetto smisurato per noi. Suolo, acqua, montagne, tutto è carezza di Dio” (n. 84) … Un’educazione alla custodia del creato esige, dunque, anche una formazione dello sguardo, perché impari a coglierne ed apprezzarne la bellezza, fino a scoprirvi un segno di Colui che ce la dona. Del resto, sottolinea ancora papa Francesco, per ognuno di noi la storia della “amicizia con Dio si sviluppa sempre in uno spazio geografico che diventa un segno molto personale” (n.84) e di cui conserviamo memoria, nel tempo e nello spazio.

Come viaggiatori

Radicata in un luogo, la nostra storia personale si dispiega però in una varietà di tempi e di spazi: l’uomo biblico – fin da Abramo, da Isacco e dallo stesso Giacobbe – ha il viaggio tra le componenti essenziali della propria esperienza… La tradizione cristiana, poi, vedrà spesso nel viaggio un’efficace metafora dell’esistenza umana, sostenuta da una promessa tutta tesa verso la patria che Dio ci ha preparato (Eb 11, 13-16).

Così, come molte altre religioni, il cristianesimo saprà valorizzare la pratica del pellegrinaggio, disegnando traiettorie che spesso fanno ormai parte della storia culturale d’Europa e non solo, ma anche riscoprendolo in forme sempre nuove e formative… Non casuale, in tal senso, la rinnovata attenzione rivolta in Italia ed in Europa alle tante vie che consentono di ripercorrere anche oggi il cammino di generazioni di pellegrini, raccogliendone al contempo l’eredità spirituale.

Mobilità e turismo

Abitiamo la terra come viaggiatori: tale dinamismo esprime caratteristiche qualificanti del nostro essere culturale, non ristretto a una specifica nicchia ecologica. La mobilità è parte del nostro essere umani e il suo progressivo sviluppo ha permesso all’umanità di crescere nelle relazioni e nei contatti… Mobilità è quella drammatica dei migranti, che si trovano a viverla spesso in condizioni inaccettabili, ma è anche quella di chi viaggia per conoscere luoghi e culture.

Questo 2017, proposto alla comunità internazionale come anno del turismo sostenibile, invita a riflettere su quest’ultima dimensione, quasi forma contemporanea del viaggiare. Certo, talvolta il turismo disegna situazioni drammaticamente contraddittorie nel contrasto tra la povertà di molti e la ricchezza di pochi. In tanti altri casi, però, esso giunge a realizzare una positiva crescita in umanità nella convergenza tra la rigenerante contemplazione del bello (naturale e culturale), l’incontro pacificante delle diversità culturali e lo sviluppo economico….

Turismo sostenibile

La sfida specifica che ci viene posta da questo 2017 è quella di far crescere un turismo autenticamente sostenibile, capace cioè di contribuire alla cura della casa comune e della sua bellezza… Quel fenomeno così umano che è la mobilità ha anche un forte impatto ambientale, ad esempio, in termini di emissioni di gas serra. Si pone quindi una sfida che – vista la complessità del fenomeno turistico – esige un impegno puntuale da parte di diversi soggetti, per un’efficace promozione della sostenibilità.

Sostenibilità del turismo significa, ad esempio, un’attenzione da parte degli operatori del settore, per garantire forme di ospitalità che impattino il meno possibile sull’ambiente: occorrerà evitare sprechi di energia e di cibo, ma ancor più quel vorace consumo di suolo che talvolta viene giustificato proprio per il turismo. Significa anche una certa sobrietà da parte di chi viaggia, con la capacità di godere delle bellezze della natura e della cultura, più che di cogliere in esse occasioni per quel consumo di beni che pure il turismo globalizzato incoraggia. Significa, ancora, una sistematica opera di promozione di forme di mobilità sostenibile, privilegiando ovunque possibile i mezzi pubblici (in particolare la ferrovia) rispetto al trasporto privato. Né peraltro la sostenibilità andrà ristretta alla dimensione ambientale: occorre anche attenzione per le realtà visitate, rispetto per luoghi e culture la cui bellezza non può essere snaturata riducendoli a attrazioni turistiche. “L’ambiente è un bene collettivo, patrimonio di tutta l’umanità e responsabilità di tutti” (LS n. 95). Solo così si potrà custodire tutta la vitalità culturale della dinamica turistica, mantenendone al contempo la positiva rilevanza per lo sviluppo e l’occupazione.

Una cultura della cura

Anche in quest’ambito, dunque, dovrà crescere una “cultura della cura” (LS, n. 231), capace di far suo quello stile cui richiama da oltre un secolo l’esperienza scout, con tutta la sua forza educante: il luogo del campo va lasciato in condizioni migliori di quanto non fosse prima di arrivarci, così come – lo insegna Baden Powell – il mondo va lasciato un po’ migliore di quanto non lo troviamo. È quanto esprime, anche più radicalmente, la figura di Giacobbe: siamo viaggiatori su un terra che è di Dio e che come tale va amata e custodita.

 

Messaggio dei Vescovi italiani per la 12ª Giornata Nazionale per la Custodia del Creato, 1° settembre 2017

Roma, 19 maggio 2017

 

 

 

 

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