Nella prigionia… libertà

Idea luce

Di quale prigionia parliamo se questi sono gli anni della grande libertà? Si può prendere, lasciare, spostare, aprire e chiudere i destini e i desideri all’infinito. La tecnologia e la modernità spingono al massimo le emozioni. Un click per sentirsi meglio e un click per restituire un’offesa.

Siamo liberi o prigionieri? O le asprezze dei nostri caratteri e dei nostri desideri, i rancori, le passioni, le accelerazioni dei nostri tempi ci governano?

Siamo convinti di esserci liberati da vecchi modelli, dogmi di una società ormai passata, eppure corriamo un rischio quotidiano di quella che è definita la “gadgetizzazione della vita”, la ricerca della serenità negli oggetti, il culto del godimento, un’insicurezza e angoscia diffusa dove è la vulnerabilità del soggetto a essere in primo piano.

Matteo 6, 24-34 Efesini 4, 26-32

Il deserto interiore si camuffa e si riempie di cose. Potremmo iniziare a provare a riabituarci al poco: pochi vestiti, pochi dispositivi elettronici, poco superfluo. Riprendere invece molto tempo, molta relazione, molta natura, molta naturalezza.

Le persone non solo hanno bisogno di vedere fatti ma di vedere persone che sono riuscite a realizzarsi, facce serene, volti spianati, anime non problematiche.

Quando una persona viene a contatto con noi non deve poi ritrovarsi più carica di difficoltà, di preoccupazioni, di dolori, di litigi perché ne ha già tanti a casa sua, nel mondo, ne ha già tanti nel campo del lavoro. Di qui l’esigenza di un ambiente che le dia qualche cosa di positivo, che sia sereno, pieno di amore, di comprensione. Da questo nasce un’altra domanda: i nostri ambienti, rispondono a queste esigenze? Il mondo è già tanto triste, tanto pesante, tanto problematico! Dobbiamo dare la dimostrazione che non è il cristianesimo qualche cosa che opprime, che schiaccia, che livella, che annulla: il cristianesimo è vita, è gioia, è amore, è entusiasmo.

Guglielmo Giaquinta, La chiamata

I grandi amano le cifre. Quando voi gli parlate di un nuovo amico, mai si interessano alle cose essenziali. Non si domandano mai: “Qual è il tono della sua voce? Quali sono i suoi giochi preferiti? Fa collezione di farfalle?” Ma vi domandano: “Che età ha? Quanti fratelli? Quanto pesa? Quanto guadagna suo padre?” Allora soltanto credono di conoscerlo. Gli uomini coltivano 5000 rose nello stesso giardino e non trovano quello che cercano. E tuttavia quello che cercano potrebbe essere trovato in una sola rosa o in un po’ d’acqua. Ma gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare col cuore!

Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo principe

L’assistere quotidianamente alla fede con cui le famiglie spesso sopportano i più atroci dolori, il sacrificio perenne che essi fanno e che tutto questo fanno per l’Amore di Dio ci fa tante volte rivolgere questa domanda: io che ho avuto da Dio tante cose sono sempre rimasto cosi neghittoso, cosi cattivo, mentre loro, che non sono stati così privilegiati come me, sono cosi infinitamente migliori di me.

Piergiorgio Frassati, Appunti per un discorso sulla carità

Decliniamo la libertà… Diciamo a voce alta cosa ci fa sentire uomini liberi.

Approfondimenti

  • Abbiamo un rapporto libero e fiducioso con noi stessi, gli altri, il denaro?
  • Cerchiamo pace per noi e per gli altri, amore per noi e per gli altri, cerchiamo più cuore e meno desiderio di cose?
  • La nostra memoria è guarita dalle offese ricevute? È ostaggio di rancore?
  • Possiamo dire con il Libro del Siracide che “Rancore e ira sono cose orribili, e il peccatore le porta dentro” (27, 33)?
  • I nostri appuntamenti all’interno del gruppo a cui apparteniamo ci fanno sentire più felici e liberi, ci aiutano a liberarci dai sentimenti negativi che ci opprimono?

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